Conte “litiga” con i cambi: in Atalanta-Inter sono 5, ma solo staffette finali
Conte continua ad analizzare le prestazioni della sua Inter guardando più il bicchiere mezzo pieno che quello mezzo vuoto. Il punto guadagnato a Bergamo è più importante dei due punti persi. Così come i tre giocatori rimasti in panchina avrebbero potuto essere più importanti dei cinque cambi fatti in Atalanta-Inter
I 5 CAMBI DI BERGAMO – La lettura è una delle tre fasi principali di una partita per l’allenatore. Quella centrale. E i cambi rappresentano la strategia più importante in suo possesso. Prima Roberto Gagliardini al posto di Arturo Vidal (70′). Poi Ivan Perisic e Romelu Lukaku per Alexis Sanchez e Lautaro Martinez (74′). Infine Danilo D’Ambrosio e Achraf Hakimi per Ashley Young e Matteo Darmian (83′). Sono stati questi i cinque cambi di Antonio Conte in Atalanta-Inter (vedi analisi tattica, ndr). Scelte obbligate? Nemmeno tanto. Ponderate? Sicuramente. E allo stesso modo non sono vincenti. Pur essendo chiara. La scelta di Conte.
I 3 ESCLUSI DA CONTE – Una scelta coerente con il regolamento, soprattutto dopo le polemiche delle ultime uscite sul mancato sfruttamento in toto dei cinque cambi. Ma una scelta poco coerente con la partita di Bergamo. Conte mette in scena delle staffette “difensive” nell’ultimo quarto di gara. Prima per difendere il vantaggio (0-1). Poi per cercare di tornare in vantaggio, forse (1-1). Cinque cambi, sì: ma chi resta seduto in panchina? Radja Nainggolan, Christian Eriksen e Andrea Pinamonti. Tre che avrebbero permesso di stravolgere tatticamente (e tecnicamente…) l’Inter in campo a Bergamo. Soprattutto a centrocampo, dove con strategia si decidono certe partite. La crescita di una squadra si vede da certi dettagli. La maturazione di un allenatore anche.