Conte-Inter, ci risiamo! Ipotesi concreta o fantamercato?

Antonio Conte non è più l’allenatore del Tottenham (qui il comunicato). E torna di moda il collegamento con l’Inter, ultimo club italiano per il tecnico salentino.
RITORNO DI FIAMMA – Dopo settimane di attesa, ora è ufficiale: Antonio Conte non allenerà più il Tottenham. Termina consensualmente il complicato rapporto tra il tecnico italiano e gli Spurs, in attesa di conoscere la cifra dell’eventuale buonuscita. E quindi possono intensificarsi le voci che da diversi giorni stanno prendendo piede in Italia. Ossia di un ritorno di fiamma di Conte per l’Inter, dopo il brusco addio di maggio 2021, con i festeggiamenti per lo Scudetto ancora in corso. Una riconnessione che tuttavia appare molto lontana dal potersi concretizzare. Per diversi motivi.
DI TRAVERSO – Il primo ostacolo sulla strada di una nuova era di Conte all’Inter è di natura economica. Con più sfaccettature. Il tecnico salentino ha uno stipendio fuori portata, e richieste sul mercato neanche immaginabili in Viale della Liberazione. Quindi non solo l’Inter non può permettersi Conte. Ma è anche l’allenatore a non avere alcun incentivo a riprendere una squadra (e una società) indebolita rispetto a due stagioni fa. E non bisogna poi dimenticare la questione “buonuscita”. L’ormai ex tecnico del Tottenham pretese 7,5 milioni extra al momento dell’addio ai colori nerazzurri. Un gesto per nulla gradito ai dirigenti, in primis al presidente Steven Zhang. Senza tralasciare poi le altre componenti del “pacchetto Conte”, che dipingono sempre più nitidamente l’impossibilità di un suo ritorno.
PRESSIONE ALTA – Il biennio di Conte all’Inter fu senz’altro vincente, ma incompleto. Non bisogna dimenticare la doppia eliminazione ai gironi di Champions League, e la sconfitta in finale di Europa League. L’allenatore leccese non fu in grado di soddisfare le ambizioni di Zhang di portare l’Inter tra le prime 8 squadre d’Europa. Ossia laddove è oggi, grazie al lavoro di Simone Inzaghi. E non si può trascurare nemmeno il dispendio nervoso di quei due anni. Una tensione continua che minava la stabilità (già precaria) di tutta l’Inter. Tutti questi motivi rendono pressoché irrealizzabile un ritorno di fiamma tra la società e l’allenatore dell’ultimo Scudetto. Salvo che quest’ultimo non cambi drasticamente modo di lavorare e di essere. E al momento non ci sono i presupposti perché ciò avvenga.
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