Conte ha “scelto” di giocarsi il futuro dell’Inter senza centrocampo: in 4 x 3
Conte può mettersi a ridere quando sente “rosa lunga, centrocampo ampio” anche se c’è da piangere. La situazione dell’Inter in mezzo al campo si è complicata settimana dopo settimana. A sei partite dall’apertura del mercato invernale, il reparto appare dimezzato e con pochi margini di intervento
I 4 “ESUBERI” – Se ti presenti ad Appiano Gentile e fai l’appello per il centrocampo, le sorprese sono molte. Proviamoci a mettere nei panni di Antonio Conte, che ha iniziato la stagione con otto centrocampisti in rosa pur avendone solo sette al Centro Sportivo “Suning in memoria di Angelo Moratti”. Il primo escluso è Matias Vecino, lungodegente e fuori dalla Lista UEFA. Da sempre. Poi è stato il turno di Radja Nainggolan, fermato dal Coronavirus e da se stesso. Conte non ci ha mai puntato e ne ha tutte le ragioni del mondo. C’è (o non c’è?) Stefano Sensi, che dopo lo stop non è ancora nelle condizioni di giocare dall’inizio. E la cosa indispettisce non poco il tecnico nerazzurro. Infine ecco Christian Eriksen, che è stato messo ufficialmente sul mercato dalla società e vive da “separato in casa” pur essendo dentro il progetto interista. Situazione grottesca. Il centrocampo dell’Inter ne esce così dimezzato, da otto a quattro elementi. Un problema che Conte aveva fatto capire giorni fa, estendendolo anche all’attacco (vedi editoriale). Altro che rosa lunga.
I 4 “TITOLARI” – Oggi Conte nel suo 3-5-2 punta solo su quattro centrocampisti per tre maglie. Si tratta di Nicolò Barella, Marcelo Brozovic, Roberto Gagliardini e Arturo Vidal, in rigoroso ordine alfabetico. E basterebbe un imprevisto a uno di essi per creare un problema enorme. Si è visto con la squalifica del cileno, il tampone incerto del croato e il turnover necessario agli italiani per garantire continuità di prestazione. A gennaio la rivoluzione in mezzo al campo sembra essere obbligata, come già anticipato settimane fa (vedi focus). E sembra perfino poco il nome di Rodrigo De Paul (vedi aggiornamenti). Le ultime sei partite del 2020 saranno utili per far ruotare questi quattro titolari, ma non si può escludere l’ipotesi che Conte debba attingere dalla lista degli esclusi. Se mai dovesse farlo, sarebbe una notizia e anche da prima pagina. Come nel caso di Eriksen titolare (vedi focus). I risultati della squadra vengono prima della gestione dei singoli, ma attenzione: se Conte riesce nell’impresa di fine anno senza centrocampo, a gennaio l’Inter dovrà dargli ciò che chiede. Altrimenti si rischia un’involuzione per il progetto tecnico.