Antonio Candreva è senza dubbio tra i giocatori più importanti dell’Inter targata Antonio Conte. L’esterno destro, dopo tante stagioni deludenti in maglia nerazzurra, ha conquistato i tifosi: ecco i segreti
RIBALTONE – Il calcio offre sempre la possibilità di riscatto. L’importante è aspettare il momento giusto: un contesto nuovo, una maglia diversa o un allenatore con una precisa idea in testa possono ribaltare qualunque scenario. L’avventura di Antonio Candreva con la maglia dell’Inter sembrava un totale flop, testimoniato dai fischi di San Siro. L’esterno è arrivato in nerazzurro nella travagliata estate di Frank De Boer e, prima dell’arrivo di Antonio Conte, è sempre stato utilizzato come esterno alto. Il 4-2-3-1 il modulo di riferimento. Il nome di Antonio Candreva era ormai associato solamente ai cross sbagliati, con tanto di ironia sui social network.
I CROSS – Difficile pensare che, a 30 anni superati, un calciatore impari improvvisamente a indirizzare i cross sulla testa dei compagni. Eppure l’impressione è che Candreva, sotto la gestione di Antonio Conte, sia diventato in grado di fare quello che in nerazzurro non era mai riuscito a mostrare. Il segreto è uno: l’area di rigore piena. Due attaccanti, almeno un centrocampista e l’esterno opposto: quattro (se non cinque) compagni pronti a raccogliere gli assist permettono all’ex Lazio di essere più efficace con i cross verso la porta avversaria. Nelle passate stagioni, invece, l’unico bersaglio possobile era spesso Mauro Icardi, troppe volte abbandonato a se stesso.
FISICO E CONTE – Ma dietro al rendimento di Candreva c’è anche la condizione fisica, migliore a vista d’occhio rispetto alle passate stagioni, e Antonio Conte, che ha già avuto l’esterno in Nazionale. Il 3-5-2 sembra il modulo perfetto per esaltare l’esterno dell’Inter. Al punto da essere imprescindibile: Lazaro non sfonda, D’Ambrosio è adattato da esterno a tutta fascia. E al ritorno in campo contro il Genoa, l’ex Lazio ha messo in mostra degli spunti che erano mancati in sua assenza. I fischi sono diventati applausi: Antonio si è preso San Siro.
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