Calhanoglu, primo anno all’Inter e addio a un’etichetta: non solo qualità
Calhanoglu in queste ultime ore è al centro delle cronache per motivi che non c’entrano nulla con il calcio e in generale poco piacevoli. Del centrocampista turco se ne dovrebbe parlare in altri termini visto che la stagione è appena terminata e si possono tirare le somme. Raccontiamo un po’ la sua prima annata nerazzurra in numeri e non solo
NUMERI – Hakan Calhanoglu ha appena terminato la sua prima stagione all’Inter. Il turco, protagonista suo malgrado della festa scudetto del Milan, dopo un inizio in sordina si è perfettamente integrato negli schemi e nelle idee di Simone Inzaghi, diventando un punto fermo e imprescindibile del centrocampo nerazzurro. L’ex rossonero, giunta all’Inter con l’etichetta di giocatore discontinuo, non solo ha assicurato un ottimo livello di affidabilità ma anche buonissimi numeri. Calhanoglu ha realizzato 12 assist, numero che condivide con Nicolò Barella, solo due in meno del miglior assist-man della stagione di Serie A appena conclusa, ovvero Domenico Berardi. 7 gol totali, di cui 3 su rigore e non banali: uno nel derby di andata con il Milan, l’altro nella partita di andata con il Napoli e il terzo nella fondamentale vittoria contro la Juventus all’Allianz Stadium. Senza considerare quello del 2-2 realizzato in finale di Coppa Italia, sempre contro i bianconeri.
CALHANOGLU CON QUALITÀ MA ANCHE QUANTITÀ
CORAGGIO E GRINTA – In Serie A ha realizzato 33 presenze totali con l’86.8% di precisione passaggi (dati Whoscored). Nessun assist e nessun gol in Champions League, dove ha realizzato 5 presenze. Nel doppio confronto con il Liverpool non ha sfigurato, colpendo un’incredibile traversa nella sfida di andata a San Siro. Se l’Inter è stata tra le squadre a siglare più gol da calci d’angolo il merito è soprattutto suo. E poi tanto sacrificio in mezzo al campo, coraggio e grinta nei momenti cruciali. La sua prima stagione all’Inter non può che essere considerata positiva, tenendo anche conto del fatto che arrivava con il non semplice compito di sostituire Christian Eriksen. Un colpo a parametro zero di massima utilità.
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