Calendario Inter, Conte fa notare l’anomalia: quasi obbligata, un colpevole
Conte, nel post partita di Brescia-Inter, ha fatto notare (giustamente) come sette partite in venti giorni siano un tour de force pesantissimo (vedi articolo). Il problema è che, calendario alla mano, purtroppo non era possibile fare altrimenti. O quasi.
IL PROGRAMMA – Sassuolo il 20 ottobre, Borussia Dortmund il 23, Parma sabato scorso, Brescia ieri, Bologna sabato, di nuovo Borussia Dortmund martedì prossimo e Verona il 9 novembre. Questo il calendario dell’Inter nella serie di partite fra le due soste per le nazionali, con pochissimo tempo per recuperare. Antonio Conte, per evitare la stanchezza che si è vista ieri al Rigamonti, ha dovuto dare un giorno di riposo alla squadra: inevitabile. Il tecnico ieri ha polemizzato per gli impegni ravvicinati, ma analizzando le differenze era difficile pensare a qualcosa di diverso.
COME CAMBIARE? – Quarantotto ore. Questo è il tempo che l’Inter avrebbe potuto avere “in più” in queste tre settimane, e altre squadre di Serie A l’hanno avuto. Non poche, per Conte, ed effettivamente ha ragione perché due giorni in più per allenarsi e riposare sarebbero serviti. Si sarebbe potuto fare giocando il 19 anziché il 20 col Sassuolo (ma gli anticipi al sabato sono concessi automaticamente soltanto a chi gioca in Champions League al martedì) e domenica 10 anziché sabato 9 col Verona. Le altre partite, però, erano praticamente tutte obbligate, comprese quelle di questa settimana. Se l’Inter fosse scesa in campo oggi a Brescia, anziché ieri, avrebbe avuto tre trasferte consecutive in sei giorni: ecco perché, in fin dei conti, è stato anche meglio anticipare per avere ventiquattro ore in più prima di Bologna.
LA “VERA” COLPA – Il problema reale non è della Lega Serie A. Conte si lamenta a ragione, ma questi impegni ravvicinati sono obbligatori avendo sia la Serie A sia la Champions League. Vero, sarebbe stato meglio affrontare questo blocco di partite senza tutti gli infortunati, ma in questo senso poco si poteva fare. La colpa, in tutto questo, è della FIFA che continua a pretendere una sosta per le nazionali a settembre, una a ottobre e una a novembre, spesso per amichevoli di scarsissimo interesse (come quella dove si è infortunato Alexis Sanchez…). Urge una riforma del calendario internazionale, che riduca gli spazi per le nazionali durante il campionato (e in generale gli impegni delle nazionali): solo così l’Inter, e tutte le altre squadre, potranno beneficiare di un po’ di tempo in più. La speranza è che il giorno di riposo, concesso oggi da Conte, levi un po’ di stanchezza alla squadra per Bologna e Dortmund.