Borja Valero, cuore e polmoni con limite. Cambio tardivo e Veloso punisce
Una delle critiche mosse ad Antonio Conte è la gestione dei cambi, spesso troppo tardivi. Una dimostrazione è il 2-2 segnato da Miguel Veloso in Verona-Inter, causato anche e soprattutto dalla stanchezza di Borja Valero, in campo per 86 minuti di gioco.
STANCHEZZA – Borja Valero, anni 35, è stato ultimamente chiamato da Antonio Conte a dare anche di più (forse troppo) rispetto a quanto può garantire, in quella che probabilmente sarà la sua ultima stagione in nerazzurro (se non dovesse arrivare all’ultimo momento una proposta di rinnovo del contratto in scadenza quest’anno). Specialmente se costretto a scendere in campo ogni tre giorni e con le temperature tipiche del mese di luglio. Anche ieri sera, nel pareggio di Verona-Inter, lo spagnolo ha dato quanto poteva dare, disputando anche una discreta prestazione. Fino all’86’ minuto.
GOL DEL PAREGGIO – Proprio allo scoccare dell’86’ minuto ci ha pensato infatti Miguel Veloso a pareggiare i conti, imbeccato da Rrahmani dopo una bella incursione nell’area nerazzurra. Il centrocampista portoghese non ha incontrato troppa resistenza, arrivando liberamente al tiro e potendo così piazzare tranquillamente in porta il pallone del 2-2 finale. Andando ad analizzare l’azione, però, si nota come sia proprio Borja Valero a dover impedire l’inserimento del centrocampista avversario. Riguardando le immagini, ciò che più salta all’occhio è la camminata dello spagnolo, che si lascia sfuggire Miguel Veloso e non prova nemmeno a raggiungerlo, conscio di non aver più benzina nelle gambe.
GESTIONE DEI CAMBI – Qui sorge forse la domanda principale che bisognerebbe farsi in questo momento: per quale motivo un giocatore di 35 anni è ancora sul terreno di gioco dopo 86 minuti, nonostante desse lampanti segnali di stanchezza già da diversi minuti? La risposta è da ricercare nella tardività mostrata da Antonio Conte nell’operare delle sostituzioni, arma più che mai fondamentale specialmente in un periodo con un ritmo serrato di partite come questo. Sfruttare solo tre dei cinque cambi a disposizione e soprattutto farlo tardivamente, lasciando così (come ieri sera) la possibilità agli avversari di dominare fisicamente il finale di partita è un limite su cui bisogna assolutamente lavorare. Anche la società, chiaramente, chiamata a fornire per il prossimo anno dei ricambi all’altezza dei titolari. Sempre che l’obiettivo sia quello di fare il salto di qualità.