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Biraghi e Asamoah, bagarre Inter a sinistra. Il n.18 torna utile in mezzo?

Il ritorno a casa di Cristiano Biraghi apre il dualismo col ghanese, fedelissimo di Antonio Conte. Quest’ultimo potrebbe addirittura essere riciclato da interno, chiudendo di fatto il mercato dell’Inter. Ma la domanda risulta lecita: chi partirà titolare fra i due?

FIGLIOL PRODIGO – L’ufficialità è arrivata questa mattina sugli account social nerazzurri: Cristiano Biraghi è il laterale mancino nuovo di zecca dell’Inter targata Antonio Conte. Diremmo quasi finalmente, dopo le ultime settimane passate a rincorrersi e a corteggiarsi. L’ex viola non è sceso in campo nella sconfitta amara contro il Napoli, anche in virtù delle voci di mercato che avrebbero potuto inficiarne il rendimento. Adesso che la favola sembra aver trovato il proprio lieto fine, occorre ipotizzare quanto e come il laterale classe 1992 entrerà a far parte delle rotazioni del tecnico salentino nel 3-5-2 di fiducia.

FEDELISSIMO – L’arrivo di Kwadwo Asamoah nella passata stagione ha parzialmente coperto le storiche lacune della corsia mancina, al netto di alcuni errori davvero grossolani e decisivi (per informazioni, chiedere al PSV Eindhoven). La partenza di Dalbert, che non ha mai convinto ed è stato spedito proprio in Toscana, aveva aperto un’evidente falla numerica riempita proprio dall’ex Fiorentina, in attesa di capire che futuro toccherà al classe 1997 Federico Dimarco. Il ghanese e l’azzurro formeranno la nuova coppia di quinti mancini che Conte potrà alternare a seconda delle esigenze. L’ex Juventus, più anziano di quattro anni, è un fedelissimo di Conte già dal periodo bianconero, dimostrandosi più che utile anche sotto la gestione Massimiliano Allegri.

NUOVI ORIZZONTI – I due esterni esprimono evidentemente stili di calcio diversi. Asamoah è più dinamico, probabilmente più accorto e decisamente più esplosivo nei primi passi. Discreto senso della posizione e buona reattività nei recuperi. Quelle di Biraghi sono caratteristiche un po’ atipiche per un esterno “a tutta fascia”, dato il suo fisico comunque notevole (1.85 m x 76 kg), e il suo piede tradizionalmente educato. Sono 70 le presenze in viola, in Serie A, per Cristiano, condite da 2 gol e 10 assist totali. Bottino discreto per un calciatore mai abituato a segnare per davvero (eccezion fatta per il gol azzurro alla Polonia, in Nations League) ma sempre a suo agio nel partecipare alla manovra offensiva. Il coinvolgimento nelle rotazioni azzurre, da parte di Roberto Mancini, ne ha accresciuto l’autostima, oltre ad abituarlo alla gestione costante e ossessiva del pallone. Vero è che nell’ultima stagione soprattutto, con Stefano Pioli prima e Vincenzo Montella poi, il terzino scuola Inter ha sempre interpretato quel ruolo in una difesa a quattro, eccezion fatta per alcune partite contro avversari (come Atalanta e Napoli) verso cui la Viola nutriva una buona dose di timori reverenziali.

ASAMOAH MEZZALA? – Il rendimento di Asamoah, per contro, è stato abbastanza scarno soprattutto in fase realizzativa: un solo assist e zero reti in 32 presenze lo scorso anno (al netto dell’urlo strozzato in gola in quel di Marassi contro la Sampdoria) e una fase calante tra novembre e gennaio che rischiava di pregiudicarne definitivamente l’affidabilità. Quest’anno sembra essere ripartito col piede sull’acceleratore, ringalluzzito dalla fiducia dell’allenatore che lo plasmò a suo tempo. Andando a ritroso, anche nell’ultima stagione con la maglia della Juventus, il numero degli assist resta il medesimo (1) così come la casella delle reti realizzate (0). Anche qui va considerata la naturale evoluzione di Asamoah, venuto su da mezzala elettrica e dinamica a esterno a tutta fascia, preoccupato più di evitare errori che di rischiare la giocata vincente. Questa sua dote, o straordinaria capacità di applicarsi che dir si voglia, gli ha permesso talvolta di fare la differenza (Tottenham-Juventus docet), talvolta di risultare abulico. Ecco perché l’arrivo di Biraghi consegna alla manovra dell’Inter la possibilità di farsi più verticale e imprevedibile, aggiungendo il cross tagliato dalla trequarti alle armi offensive dei nerazzurri. A questo, va sommata una conseguente perdita di dinamismo e reattività in fase di transizione e marcatura. Lacune, queste ultime, che potrebbero essere colmate talvolta con lo spostamento proprio di Asamoah nel ruolo di interno sinistro. E chissà che Conte non debba già rinunciare all’acquisto di un altro centrocampista proprio sapendo di poter contare all’occorrenza sulla duttilità del numero 18 ghanese. In questo modo, l’Inter andrebbe a rivoluzionare la propria catena mancina in chiave leggermente più difensiva. L’arrivo di Biraghi, dunque, spalanca nuovi orizzonti tattici per la Beneamata, e non necessariamente la convivenza con Asamoah risulterà nociva per uno dei due.

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