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A Keita restano quattro partite per prendersi l’Inter. Ma serve davvero?

In Inter-Juventus di ieri Luciano Spalletti ha deciso di non utilizzare Keita Baldé Diao, mettendo in campo come subentrati Borja Valero, Joao Mario e Lautaro Martinez. Un segnale in vista della scelta su cosa fare con il senegalese a fine stagione?

ACQUISTO ONEROSOKeita Baldé Diao è stato preso dall’Inter a metà agosto. Prestito con diritto di riscatto, fissato a trentaquattro milioni, la formula trovata col Monaco per portare a Milano il senegalese, più volte accostato quando era alla Lazio e definito pallino del DS Piero Ausilio. Ora, a otto mesi di distanza dall’acquisto, si discute su un eventuale riscatto e sull’effettivo valore del giocatore, al quale restano quattro partite per convincere.

UTILITÀ RIDOTTA – A conti fatti Keita è stato “un giocatore dell’Inter”, inteso come utile alla causa, soltanto per quaranta giorni: dalla doppietta al Frosinone del 24 novembre, i suoi primi centri in nerazzurro, al gol partita sul campo dell’Empoli il 29 dicembre, a oggi il suo ultimo. Poi l’infortunio muscolare di inizio gennaio l’ha tenuto fuori causa per due mesi e quando è rientrato non ha più avuto un rendimento sufficiente, sia quando è stato schierato titolare sia da subentrato. Vero che contro Eintracht Francoforte e Lazio è stato schierato centravanti d’emergenza, con Mauro Icardi autoescluso e Lautaro Martinez indisponibile, ma proprio lì doveva fare la differenza e (soprattutto nella seconda partita, dove non c’era l’alibi della condizione fisica precaria) invece è apparso un corpo estraneo.

ATTACCANTE CHE NON SEGNA – Keita, a oggi, ha giocato ventisette volte: nove da titolare e diciotto da subentrato, con novecentonovanta minuti recuperi esclusi e solo due partite fatte per intero. I gol sono quattro (l’altro, oltre a quelli già citati in precedenza, il 2 dicembre alla Roma) ed è solo l’ottavo marcatore della squadra, dietro ai vari Roberto Gagliardini e Matias Vecino. Un po’ poco per uno che era stato presentato come esterno utilizzabile su entrambe le fasce, o addirittura da prima punta (che non è e l’ha dimostrato nelle occasioni in cui l’ha dovuto fare), e che doveva andare tranquillamente in doppia cifra, cosa che va ricordato in carriera ha fatto solo nel 2016-2017 con la Lazio, peraltro segnando la metà dei gol negli ultimi due mesi di stagione.

IL GIUDIZIO – I numeri segnalati poco fa dovrebbero lasciare poco spazio alle interpretazioni: Keita non vale trentaquattro milioni di euro e non è da riscattare. Doveva essere un valore aggiunto per l’Inter, è stato un comprimario con pochissimi spunti e un numero di prestazioni negative o impalpabili superiore a quelle positive. Si dice che la dirigenza, con l’aiuto del suo nuovo agente Federico Pastorello (lo stesso di Antonio Candreva e Samir Handanovic), possa andare dal Monaco a cercare uno sconto, ma a questo punto per la squadra della prossima stagione sarebbe più utile trovare un giocatore migliore. E più forti di questo Keita ce ne sarebbero diversi.

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