3 appunti su Inter-Cagliari: Young, Sensi e Borja Valero
La rubrica “3 appunti” pone l’attenzione su tre aspetti singolari di una partita. La prestazione di un singolo giocatore, una rete, o un dato statistico: tre cose da porre in risalto. A proposito di Inter-Cagliari, terminata 1-1, parliamo dell’esordio di Young, e delle prestazioni di Sensi e Borja Valero.
1. BUONA LA PRIMA – In Inter-Cagliari ha esordito Ashley Young (qui le foto), in campo dal primo minuto al posto dello squalificato Candreva. L’esterno inglese, arrivato un paio di settimane fa dal Manchester United, ha sorpreso per la sua tonicità (vedi nota tattica). Nel primo tempo ha dialogato alla grande sull’intera corsia di destra: un ottimo perno per la risalita della squadra in fase di transizione. Ha bagnato il suo esordio con l’assist per Lautaro Martinez: un cross perfettamente bilanciato dalla destra, che l’argentino è riuscito ad incornare egregiamente. Nel secondo tempo i compagni hanno smesso di cercarlo, preferendo la fascia opposta, ed è finito in ombra. Ma l’impressione è che possa essere ben più di un rincalzo.
2. ANCORA DISTANTI – Stefano Sensi non è certo tra i peggiori in campo di Inter-Cagliari. Soprattutto nel secondo tempo, il numero 12 ha indovinato alcuni buoni spunti, che hanno portato i nerazzurri vicini al raddoppio. E già nel primo aveva messo in mostra un paio di inserimenti che poi non si sono concretizzati. Tuttavia è ancora molto distante dalla condizione scintillante espressa nel primo mese all’Inter: in una partita in cui mancava Marcelo Brozovic, ci si aspettava forse di più.
3. COMPITINO – Vista l’assenza del sopracitato Brozovic, il ruolo di regista in Inter-Cagliari è stato affidato a Borja Valero. Anche per lo spagnolo non si può parlare di una prova negativa, tuttavia non ha contribuito a sufficienza allo sviluppo della manovra. Più che innescare mezzali e punte per la transizione veloce su cui Antonio Conte lavora da mesi, si è limitato a compiti di raccordo orizzontali tra gli esterni. Troppo poco per avere la meglio sul centrocampo dinamico degli avversari; troppo poco per dare la giusta coralità alle manovre offensive.