3 appunti di Torino-Inter: “fuorigioco”, non-possesso e Brozovic magistrale
Con Torino-Inter si inaugura la rubrica “3 appunti”, che pone l’attenzione su tre aspetti singolari di una partita. La prestazione di un singolo giocatore, una rete, o un dato statistico: tre cose da porre in risalto. Contro i granata, “3 appunti” si focalizza su Lautaro Martinez, le statistiche di possesso palla e la lectio magistralis di Brozovic.
1. LA LINEA SOTTILE – In Torino-Inter, al minuto 12, Lautaro Martinez ha siglato la sua nona rete stagionale. La settima lontano da San Siro, la settima che apre le danze. Infatti, 8 reti su 9 del Toro argentino sono arrivate nella prima mezz’ora di gioco. In Europa, Lautaro Martinez è primo in questa particolare classifica, seguito da Robert Lewandowski fermo a quota 6. Ma la cosa che più colpisce dello 0-1 siglato dal numero 10 è la modalità di esecuzione. Lautaro Martinez, danzando sulla sottile linea del fuorigioco, riesce a bruciare in partenza i difensori avversari e a involarsi verso il portiere avversario; era già successo a Barcellona e contro il Borussia Dortmund (2 volte). Un modus operandi che può diventare un ottimo grimaldello per scardinare le squadre che tengono una linea difensiva alta, o che impediscono lo sviluppo del gioco sulle corsie laterali.
2. IL NON-POSSESSO – Torino-Inter è stata una gara molto difficile dal punto di vista del possesso palla. Come dichiarato da Stefan de Vrij nel post-partita, le condizioni del campo non facilitavano la costruzione dal basso. E quindi Antonio Conte ha tracciato un piano gara in netto contrasto con il suo credo: il controllo attraverso la densità di occupazione al centro è stato sostituito dal gioco di rimessa. I nerazzurri hanno tenuto un baricentro basso (43,8 m contro i 57,7 m granata) e un possesso palla limitato (41%), come emerge dal report della Serie A. Parafrasando le parole di José Mourinho di una decade fa, l’Inter ha controllato gli avversari grazie al “non-possesso”.
3. BROZOVIC IN CATTEDRA – Infine, Torino-Inter è stata l’ennesima dimostrazione della superiorità tecnica di Marcelo Brozovic. Il campo pesante non è affatto ideale per il gioco del croato, fatto da una fitta trama di passaggi ravvicinati. Ciononostante, il 77 ha toccato più palloni di tutti (85), servendo anche l’assist per il gol di Romelu Lukaku. Più in generale, ha ribadito l’elevato livello della sua regia, grazie soprattutto agli avversari. Walter Mazzarri lo ha infatti lasciato libero dal pressing personalizzato che, unito alle condizioni del campo, avrebbe forse sterilizzato Brozovic. Il croato ha quindi potuto controllare e disegnare il gioco dell’Inter, aiutando anche in difesa (12 recuperi).