Il Milan rimane sotto inchiesta. L’accusa riguarda la proprietà: ossia se è interamente di Red Bird oppure se ancora sotto il controllo dell’ex fondo Elliott. Ora una ‘talpa’ inguaia il club. Tre ipotesi di rischio.
SOTTO INDAGINE − Una talpa inguaia il Milan. Talpa che ha un nome e un cognome e che per lavoro fa il direttore amministrativo del club: ossia Aldo Savi. Lui è una delle principali fonti sulla base dei quali la Procura sta cercando di dimostrare che il Milan non sia davvero del fondo RedBird di Gerry Cardinale, ma sia ancora sotto l’influenza del fondo Elliott di Gordon e Paul Singer, non dichiarata all’autorità di vigilanza Federcalcio. Come riferisce il Corriere dello Sport, il procuratore Chiné, dopo aver ascoltato il Ceo rossonero Furlani, dovrà accertare se, dal punto di vista sportivo vi siano concreti elementi per incardinare un procedimento. Sono tre le eventuali ipotesi al vaglio: illecito amministrativo (art. 31 del Codice di Giustizia Sportiva); violazione degli obblighi di comunicazione (art. 32) o violazione degli obblighi di lealtà, correttezza e probità (art. 4). Il primo, continua il Corriere dello Sport, comporterebbe un’ammenda, il secondo una penalizzazione di punti, il terzo un’ampia casistica di sanzioni commisurata alla eventuale violazione accertata.
Fonte: Corriere dello Sport – Alessandro F. Giudice
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