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Mihajlovic, annuncio choc: “Ho la leucemia”. Il Bologna lo conferma

Annuncio choc di Sinisa Mihajlovic: l’allenatore del Bologna ha la leucemia. Ad annunciarlo è stato lo stesso tecnico serbo in conferenza stampa, volendolo comunicare lui direttamente dopo le voci delle ultime ventiquattro ore.

STOP – Queste le parole di Sinisa Mihajlovic, dopo che Walter Sabatini ha aperto la conferenza dicendo che il Bologna non ha intenzione di cambiare allenatore: «Io ho chiesto questa conferenza stampa, e ho chiesto anche riservatezza da parte di tutti voi, perché volevo io per primo dire e darvi la notizia, dare la notizia alla mia squadra e a tutta la gente. Visto che purtroppo non l’hanno rispettato tutti, e questo mi dispiace anche perché per vendere cento o duecento copie rovina un’amicizia che dura da più di vent’anni, però ognuno fa come gli pare e mi dispiace per quello. Non voglio più parlare di questa roba qua, ma di altre cose: andiamo su quello per cui sono venuto e che voglio dirvi. Purtroppo, o per fortuna vediamo, ho fatto alcuni esami dove si sono scoperte alcune anomalie che non c’erano quattro mesi fa. Quando siamo partiti per il ritiro ho detto che avevo la febbre, la cosa più difficile era dirlo a mia moglie, perché quel giorno dovevo fare ulteriori esami: ho avuto i risultati, praticamente è leucemia. Quando me l’hanno detto ho preso una bella botta, sono stato due giorni chiuso in camera pensando a tutto, a riflettere e a piangere. Ti passa tutta la vita davanti. So che vincerò, affronterò la malattia e vado dritto: non vedo l’ora martedì di andare in ospedale. È positivo che è una malattia in fase acuta e aggressiva ma attaccabile, ci vuole un po’ di tempo per curarla ma si guarisce. Questo è molto importante, l’ho anche spiegato ai miei giocatori in una conference call, dove ho pianto con loro. Noi dobbiamo giocare per vincere, non per non perdere, la vincerò per me, per mia moglie e per la mia famiglia, per tutti quelli che mi vogliono bene e sono parecchi. Chiedo scusa a tutti quelli che mi hanno chiamato e che hanno mandato messaggi, perché non ho risposto, ma spero mi capiscano. Vorrei anche ringraziare tutto il Bologna, dal presidente al magazziniere, perché mi hanno fatto capire in questi giorni che sono uno di famiglia, e mi vogliono bene. Questo per me è importante, io questa sfida la vinco ma ho bisogno di aiuto, di persone che mi vogliono bene: la mia famiglia, i miei amici e la gente che lavora con me. Ho pianto molto, ma solo quando ho visto una cosa che mi commuove. Il 28 febbraio ho fatto gli esami ed era tutto a posto, ero normale. Ho continuato fino al 27 maggio ad allenarmi, finito il campionato sono andato a Roma e correvo due ore al giorno, non avevo né stanchezza né chiazze rosse ma ero normale. Siccome mio padre è morto di cancro io ho voluto fare gli esami del sangue, per questo voglio dire che nessuno di noi deve pensare di essere indistruttibile. È successo a me che stavo bene e può succedere a tutti, è giusto prevenire perché ti cambia la vita in un momento, ti cambia tutto».

LA SPIEGAZIONE – Il medico sociale del Bologna, Gianni Nanni, spiega poi i dettagli sulla salute di Mihajlovic: «È una conferenza stampa un po’ particolare e non l’avrei voluta fare, però il mister ha voluto condividere con tutti e dire lui stesso qual è il problema che l’ha tenuto lontano dal ritiro. Questo è un problema che è nato praticamente il giorno prima del ritiro, perché abbiamo avuto il sospetto importante che si trattasse di questo tipo di patologia. Il giorno dopo, grazie alla disponibilità e la competenza del Policlinico di Bologna, abbiamo avuto subito il risultato del primo esame importante, quello del midollo, e siamo riusciti a capire che si tratta di una leucemia acuta. Parliamo di pochissimi giorni, siamo arrivati alla diagnosi nell’arco di cinque giorni, il giorno stesso del ritiro abbiamo avuto la certezza di questa cosa. È chiaro che il mister ha parlato di leucemia, vent’anni fa forse non l’avremmo neanche detto perché non se ne poteva neanche parlare, oggi grazie a quello che si ha e si può parlare di un futuro anche roseo, di un allenatore che può allenare e incidere su quello che può succedere all’interno di uno spogliatoio e di un campo di calcio, perché può fare questo. Ci saranno dei momenti in cui dovrà fermarsi per le cure, che inizierà martedì, però non starà lontano dalla squadra: oggi sono terapie molto diverse da un po’ di anni fa, sono assolutamente efficaci. Questa è la cosa importante, oggi parliamo di una malattia che si può combattere e vincere anche in tempi brevi. La cosa importante è che, come diceva il mister, lui sta bene: è appena iniziata e lo sappiamo da pochi giorni. Scusate per la bugia della febbre, ma questa è la verità: non ha nessun sintomo, è stato un caso perché si è presentato con un problema tipico di uno sportivo e di chi fa sport, siamo andati a cercare i problemi che solitamente ha uno sportivo. A un certo punto pensavo a un problema all’anca o a una frattura da stress, comunissima di chi fa attività fisica, abbiamo fatto la risonanza magnetica cercando questo ma da lì è uscito un segnale particolare a livello osseo da indagare. Con esami specifici abbiamo trovato quello che abbiamo trovato, ma ripeto che è una persona assolutamente sana eccetto questo problema, non ha sintomi e in questo partiamo molto bene. Partiremo da martedì, sarà ricoverato all’istituto Sant’Orsola, un reparto molto qualificato. Siamo in ottime mani, ne sono veramente convinto e questo lo deve sapere, che potrà continuare la sua attività e deve continuare. Quanto tempo durerà? Non possiamo ancora dirlo, sono in corso degli esami. Non sappiamo ancora il tipo preciso di leucemia, non possiamo ancora dire che terapie farà e per quanto sarà il riposo. Sappiamo che dobbiamo fare questo percorso, speriamo sia corto ma arriveremo in fondo. Per quanto riguarda il discorso del suo lavoro credo che avremo il piacere di averlo di nuovo più forte di prima, vincendo questa battaglia lui tornerà mentalmente e fisicamente più forte di prima, sarà una macchina da guerra».

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