Infantino: «Capisco molto bene i lavoratori migranti. Obiettivo inclusione»
Gianni Infantino ha parlato nella conferenza alla vigilia dei Mondiali in Qatar. Il presidente della FIFA, prima di affrontare temi legati esclusivamente alla competizione, ha voluto parlare di un tema ricorrente negli ultimi mesi, ossia la condizione dei lavoratori migranti in Qatar
INCLUSIONE – Ecco le parole di Gianni Infantino nella conferenza stampa alla vigilia dei Mondiali in Qatar: «Sono stato tranquillo negli ultimi mesi, lavorando dietro le quinte cercando di fare il mio meglio. Un giorno prima dell’inizio dei Mondiali, penso sia importante discutere di uno degli argomenti che è stato messo sul tavolo negli ultimi mesi. Oggi ho forti sensazioni. Oggi mi sento qatariota. Oggi mi sento arabo. Oggi mi sento Africano. Oggi mi sento gay. Oggi mi sento disabile. Oggi mi sento un lavoratore immigrato. E sento questo perché quello che ho visto e ho letto mi porta alla mia storia personale. I miei genitori lavoravano duro in condizioni difficilissime, in Svizzera. Ricordo molto bene come vivevano i lavoratori migranti in Svizzera e i loro diritti. Ricordo da bambino che i migranti erano visti male quando cercavano di entrare nel paese per cercare lavoro. Quando sono venuto a Doha, la prima volta che sono stato nominato come presidente, sono andato a vedere gli appartamenti di questi lavoratori migranti. Sono stato riportato alla mia infanzia. Dico ora alle persone qui ora: questo non è giusto. La Svizzera è un esempio di inclusione e Il Qatar sta migliorando. Non sono Qatariota, Africano, disabile, arabo, gay o un lavoratore migrante. Ma so cosa vuol dire essere discriminato o preso di mira come straniero. Da bambino a scuola venivo bullizzato perché avevo i capelli rossi e le lentiggini. Ti guardi allo specchio, piangi, e poi provi a farti degli amici. A parlare, a collegare gli amici con altri. Non a insultare o a fare lotte, ma a includere». Cosi il Presidente della FIFA sulla questione dei lavoratori migranti in Qatar.