Giampaolo: “Milan, vado avanti! Riflessioni non ne faccio, responsabilità”
Giampaolo non si dimette. Dopo l’umiliante Milan-Fiorentina 1-3 (vedi articolo) il tecnico rossonero si è presentato nell’intervista con “Sky Calcio Club” e ha detto di voler andare avanti, pur ammettendo che la squadra non sembra seguirlo in campo.
KO UMILIANTE – Marco Giampaolo commenta Milan-Fiorentina e la quarta sconfitta in sei giornate: «Tre giorni fa la squadra aveva fatto una partita ricca di personalità, dove avevo anche detto che mi era piaciuta. Avevo intravisto sprazzi di cose che a me piace che la squadra faccia. Oggi la partita è stata giocata male individualmente, con poco senso dell’ordine e della responsabilità collettiva. Poi ci sono dei giovani forti che interpretano le cose in maniera molto individuale, ma la differenza la fa la capacità di essere squadra: gli spunti individuali spesso possono lasciare spazio a disorganizzazione nelle fasi di gioco, e questo l’abbiamo pagato. Quando le cose non vanno bisogna aggrapparsi all’essere squadra, se penso di risolvere le cose individualmente rischio di annegare ed è questo che è successo questa sera».
NIENTE DIMISSIONI – Giampaolo esclude la possibilità di dimissioni, quindi se il Milan vorrà cambiare dovrà esonerarlo: «I tifosi sono abituati a ben altro, a respirare cose più importanti. I tifosi sono giustificati, assolutamente nulla da dire. Il tifoso paga, è fidelizzato, tifa Milan, ci mancherebbe. Noi dobbiamo andare oltre queste cose. Con la dirigenza non ho parlato, di riflessioni non ne faccio. Mi assumo le mie responsabilità di allenatore ma vado avanti perché sono convinto delle mie idee. Non è una questione di singolo calciatore, stasera la squadra sembrava che si fosse ritrovata a San SIro per giocare la partita come se non avesse mai giocato insieme. Questo mi dà fastidio, le partite le puoi anche perdere ma con ordine. È il modo di esprimersi mio, è questo che mi delude. Quando non riesci a mettere dentro contenuti per fare risultato rischi di perderla, perché c’era una squadra esperta. Qua c’è una squadra che gioca in un palcoscenico importante, bisogna essere all’altezza e non bagnarsi: invece ci siamo bagnati».
ZERO RISPOSTE – Giampaolo conclude facendo capire come il Milan non sembra seguirlo: «Fino a tre giorni fa la squadra mi era piaciuta a Torino, aveva dato buone risposte. Poi ci sono le emotività e gli aspetti emozionali, oggi la partita pesava perché dovevamo vincerla. La squadra aveva un carico di responsabilità importanti, ho detto di giocare non col braccino ma con tutti gli elementi per vincerla, non aspettando gli eventi ma facendo in modo di crearli per vincere. Oggi la squadra l’ho responsabilizzata, ma eravamo frenati mentalmente e bloccati. Probabilmente c’è pesato un po’ di più. Io devo tirare fuori il massimo dai miei calciatori, da ognuno di loro. Soprattutto il mio obiettivo è rendere questa squadra il più squadra possibile, anche evitando meno fronzoli e più concretezza. Questo molte volte lo attingi dalle caratteristiche dei giocatori, se non riesco a mostrare lo stile Milan in quanto a qualità e bellezza metterò dentro più quantità e la renderò più squadra. Fare le cose insieme aiuta anche a superare le difficoltà, che sono state le cose che ho detto alla squadra fra i due tempi: se giochiamo assieme riusciamo anche a evitare di annegare individualmente».