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ESCLUSIVA IN – Longhi: «Inter diversa in Champions League? Ecco perché! Marotta e Conte…»

Bruno Longhi, noto telecronista e giornalista sportivo, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Inter-News.it. Tanti i temi caldi toccati per quanto riguarda la situazione nerazzurra, tra i risultati in campionato e in Champions League, ma anche la questione allenatore e societaria.

Longhi, prima di tutto partiremmo dall’inevitabile commento sulle undici sconfitte in campionato. Qual è secondo lei il problema principale?

Le sconfitte sono troppe, ma sono diverse. Quella con il Monza e col Bologna sono figlie di prestazioni insufficienti. Con la Salernitana, anche se è un pareggio, è un harakiri, così come con la Fiorentina. Quella contro lo Spezia è una partita stradominata che non puoi perdere. Sei nettamente più forte e giochi bene, però continuano ad arrivare le sconfitte. Sabato si è vista una squadra andata in campo con una sufficienza di chi ha fatto l’impresa a Lisbona e senza la determinazione che ti deriva dal fatto che prima o poi il gol lo fai. È superficialità di una squadra che non dovrebbe averla. Tenendo conto che quella dell’Inter è una rosa importante, in alcuni momenti ci vuole uno come Conte che non ti permette di sgarrare neanche un attimo.

Per quale motivo vediamo un’Inter di campionato e un’Inter di Champions League?

In Champions League sei sul pezzo. Sono partite difficili, non dimentichiamo per esempio le due partite con il Barcellona. Col Porto sei riuscito a vincerla sfruttando l’inferiorità numerica nel finale e poi hai tenuto botta grazie a determinazione e concentrazione. Che non c’è stata in molte partite di campionato. Contro il Napoli per esempio ci sono state queste qualità. Poi chiaro bisognerebbe essere dentro nello spogliatoio per capire certe dinamiche che dall’esterno sfuggono.

Longhi, molti tifosi vorrebbero l’esonero di Simone Inzaghi. Lei come giudica il suo operato in generale?

La situazione dell’Inter non è così drammatica a livello tecnico. La differenza tra una sconfitta e una vittoria è minima. La squadra non è mai stata impresentabile, ma la sconfitta ti porta a fare delle considerazioni. Si giudica l’allenatore solo sulla scorta del risultato. Se l’Inter non compie l’impresa in Champions League difficilmente Inzaghi rimarrà perché la società tiene conto dell’umore della piazza. Lo scudetto buttato alle ortiche dello scorso anno non è ancora stato perdonato. Decidere oggi, anche da parte di Marotta e dei dirigenti, non è facilissimo. Perché può succedere qualcosa di imprevedibile e inatteso all’inizio della stagione. Che chiaramente potrebbe bilanciare le undici sconfitte.

Chi potrebbe essere il sostituto ideale, tenendo chiaramente conto della situazione societaria?

Se teniamo presente che Simone Inzaghi, che è stato dopo Conte l’allenatore più vincente dell’ultimo periodo, sta avendo queste difficoltà, è difficile cercare un altro allenatore che possa addirittura ammansire l’Inter. Anche quando si parla di De Zerbi o di Thiago Motta, bisogna partire dal presupposto che devi avere gli attributi per allenare a San Siro. Non è una scelta facile. Questa squadra è confezionata in modo che avrebbe bisogno di giocatori per caratteristiche che possano assecondare determinati giocatori. Dumfries non potrebbe giocare con questi allenatori che vorrebbero gente tecnica.

Longhi, prima citava Antonio Conte, potrebbe essere lui il successore di Inzaghi?

Con Conte ci sono stati dei contatti, poi bisogna vedere se Marotta e Ausilio sono rimasti della stessa idea. Marotta sa che con Conte migliori il rendimento. Quando Conte vinse lo scudetto non c’era grande feeling, ma un grande dirigente va oltre queste cose. I contatti ci sono stati, ma non so se siano stati proseguiti o meno perché l’Inter ora deve pensare a portare a casa i risultati. Il problema di Inzaghi è che la società ha bisogno di soldi. Quindi entrare fra le prime quattro diventa determinante. Sappiamo tutti com’è la situazione. L’aggravante è proprio il fatto che sia imprescindibile il quarto posto. Nella valutazione conta anche l’aspetto economico.

Ultimamente si sta parlando molto di un possibile cambio di società. In cosa dovrebbero sperare i tifosi nerazzurri?

La proprietà attuale, se non succede qualcosa di impensabile come la Cina che permetta nuovamente di investire sul calcio, deve cedere. Basti pensare alla dirigenza che deve lavorare con la consapevolezza di abbassare il monte ingaggi, vendere i giocatori e non poterne acquistare degli altri. Ma come fai ad andare avanti così? Se Zhang non vende, tra un paio d’anni l’Inter deve pensare ad arrivare a metà classifica e fare un campionato tranquillo.

Notizia di questi giorni si parla della sospensione della pena alla curva della Juventus e del ricorso per la squalifica a Lukaku. Cosa ne pensa Bruno Longhi di questa situazione?

Su questo tema sono lapidario. Io sono dell’idea che con la tecnologia di oggi, con le telecamere, non deve pagare tutta la curva. A prescindere dalla Juventus, non bisogna penalizzare gli altri. Si individuano i colpevoli e quelli non entrano più allo stadio. Mi sembrano pochini i due puniti dalla curva. Per quanto riguarda Lukaku, che si diano una regolata. Se festeggia sempre così perché deve essere punito? Gli andrebbe tolta la squalifica, come successo già a Muntari dopo quel Cagliari-Pescara di qualche anno fa.

In chiusura Longhi: tra Milan, Inter e Roma chi resta fuori dalla prossima Champions League?

In questo momento la Roma ha dei vantaggi sulle milanesi per un motivo semplicissimo: il Milan ha 13 punti in meno rispetto a un anno fa, l’Inter nove punti in meno. Se vanno avanti di questo passo entreranno i giallorossi.

Si ringrazia Bruno Longhi per la cordialità e la disponibilità mostrata nell’intervista. La riproduzione parziale di questa intervista esclusiva è possibile previa citazione dell’autore (Ivan Vanoni) e della fonte (Inter-News.it) con il link al contenuto originale, come indicato nel disclaimer qui sotto.

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