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ESCLUSIVA – Didulica: «Brozovic top, che leader! Eriksen all’Inter è cambiato»

Didulica – ex portiere dell’Ajax e della Nazionale Croata – ha parlato in esclusiva per Inter-News.it del suo passato olandese, in cui ha incontrato molti futuri protagonisti nerazzurri, e dell’Inter “croata” di oggi. Da Chivu a Eriksen, passando per Brozovic. Di seguito l’intervista esclusiva a Didulica curata dal corrispondente di Inter-News.it da Londra, Alessandro Schiavone

Ciao Joey, lei ha giocato con il giovanissimo Cristian Chivu all’Ajax dal 2001 al 2003. Che ricordi ha dell’ex difensore rumeno che ha realizzato il Triplete con l’Inter nel 2010?
Chivu era il leader di quella squadra nonostante la giovanissima età. Tanti di noi, e ci metto pure me stesso, all’inizio della nostra carriera a volte avevamo paura di giocare. Ma lui no. Qualunque squadra affrontavamo – il Milan, l’Arsenal o la Roma – Chivu ci incoraggiava sempre nello spogliatoio dicendo: “Dai ragazzi, andremo fuori per lottare e vinceremo questa partita!”. E queste sue parole ci spronavano. Già a 18 anni, Chivu aveva grande personalità e fungeva da collante tra olandesi e stranieri. Tutti lo rispettavano, non solo i giovani come Nigel de Jong e Johnny Heitinga, ma anche giocatori esperti come Richard Witschge, Andre Bergdolmo e Tomas Galasek. Era un punto di riferimento.

Quindi non è rimasto sorpreso nel vedere che Chivu ha fatto una grandissima carriera con Roma e Inter?
Assolutamente no. Anzi, vi dico una cosa. Sono solo sorpreso che non abbia giocato in squadre come Barcellona, Manchester United e Real Madrid. L’élite dell’élite. Rafael van der Vaart ha giocato nel Real Madrid. Zlatan Ibrahimovic ha giocato in quasi tutte le grandi squadre. Ma Chivu, che da straniero a 18 anni diventò capitano di un grande club come l’Ajax, non ha mai giocato in squadre ancora più blasonate [dell’Inter, ndr] e questo ancora oggi non lo capisco. Ma ammetto che ha avuto una grandissima carriera e sono sicuro che lui sia felicissimo di quello che è riuscito a fare.

Un altro craque con il quale lei giocò all’Ajax e che passò all’Inter è Andy van der Meyde. Un eterno incompiuto.
No, io penso che abbia fatto una bella carriera. Ha giocato in un top club come l’Inter, dove ha fatto benissimo. Poi magari si è bruciato un po’ nella seconda parte della sua carriera, all’Everton. Ma sia all’Ajax sia all’Inter ha fatto vedere grandi cose. Per il suo talento, l’impatto che ha avuto nell’Inter in Serie A è stato più che soddisfacente.

Ma è vera la storia che Wesley Sneijder era tifoso del Milan?
A noi non ha mai detto niente. Ma è possibile, sì. Wesley è stato un grandissimo giocatore.

Cosa pensi del suo connazionale Marcelo Brozovic?
È un giocatore con molto talento e possiede tutte le qualità di un top player. Non lo conosco di persona, ma da quello che ho potuto notare credo che sia un leader. E i leader sono sottovalutati perché nello spogliato, e lontano dai riflettori, fanno un lavoro che la gente non vede e aiutano tutta la squadra con la loro leadership. Come Zlatan, ad esempio. L’attaccante del Milan non è solo un calciatore ma anche un allenatore che fa sì che tutti diano il meglio di se stessi per il bene della squadra. E questa è una grandissima qualità per un calciatore

Ivan Perisic, da vincitore della Champions League con il Bayern Monaco a rincalzo dell’Inter di Antonio Conte. Cosa pensa di lui? Cosa rappresenta per il popolo croato? Negli occhi dei croati è una leggenda ai livelli di Davor Suker e Zvonimir Boban?
È dura avere lo status leggendario che hanno Boban e Suker, perché loro sono il top nella storia del calcio croato. Credo che Perisic verrà giudicato per quello che ha fatto solo al termine della sua carriera, ma per i suoi connazionali è già una leggenda vivente del calcio croato. Ha dato tantissimo al nostro calcio, raggiungendo lo storico traguardo della finale di un Mondiale da assoluto protagonista. E quello che ha fatto la nostra nazionale nel 2018 non sarà mai dimenticato. Perché arrivare in finale di una Coppa del Mondo è stata l’apoteosi nella storia del nostro calcio. E gente come Luka Modric, Mario Mandzukic, Perisic e tutti gli altri hanno raggiunto lo status di cult.

Secondo lei ci sono possibilità di vedere Luka Modric in Italia un giorno?
Mai dire mai, ma la vedo difficile perché sta facendo bene ed è ancora il miglior giocatore del Real Madrid.

Christian Eriksen, che giocò all’Ajax come lei, sta passando un’annata complicata. Come si spiega questo rendimento altalenante?
Onestamente non lo so, ma credo che non si sia mai veramente creata l’alchimia giusta tra lui e la squadra. Poi il calcio in Italia è diverso. In Inghilterra e all’Ajax le squadre giocano un calcio più fluido e a viso aperto, mentre in Italia le partite sono chiuse. Poi non c’è intesa tra lui e l’allenatore Conte. All’Ajax e al Tottenham faceva assist e segnava gol, mentre ora non lo fa più e poi è cambiato anche il suo linguaggio del corpo in campo. I suoi giorni in nerazzurro sono contati.

Lei nella stagione 2002/03 era il terzo portiere dei lancieri dietro Bogdan Lobont e Maarten Stekelenburg, ma giocò da titolare la partita contro l’Inter in Champions League nel novembre del 2002 all’Amsterdam ArenA. L’Inter vinse 2-1 con doppietta di Hernan Crespo. Qualche mese dopo l’Ajax uscì ai quarti contro il Milan con un gol di Jon Dahl Tomasson allo scadere prima che i rossoneri ebbero la meglio sull’Inter in semifinale. Lei che le ha affrontate entrambe, era meglio quel Milan o quella Inter?
Direi il Milan. L’Inter aveva grandi giocatori come Francesco Toldo, Javier Zanetti, Christian Vieri e Crespo, ma penso che il Milan di Paolo Maldini, Alessandro Nesta, Dida in porta, Filippo Inzaghi, Andriy Shevchenko, Gennaro Gattuso, Andrea Pirlo e Clarence Seedorf aveva qualcosa in più. Ma erano entrambe avversari fantastici.

Intervista del corrispondente di Inter-News.it da Londra, Alessandro Schiavone. Si ringrazia Joey Didulica per la disponibilità mostrata nell’intervista. La riproduzione, anche parziale, dell’articolo è consentita solo previa citazione della fonte (Inter-News.it) e inserendo il link al contenuto originale.

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