Editoriali

Un’altra pagina di non-giornalismo è stata scritta. Noi ci teniamo le briciole

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La TV del dolore, trasferita sull’informazione digitale, continua a far danni senza possibilità che qualcuno la combatta seriamente. Lo scoop fa notizia, il clickbait genera soldi. Funziona così il mondo delle fake news, ma quando le notizie sono reali forse è anche peggio. La copertura mediatica sul malore di Eriksen fa scrivere un’altra pagina nera del giornalismo. Nauseante

NON È GIORNALISMO – Alzi la mano chi può dire di aver trascorso una notte tranquilla dopo quello che è successo ieri a Copenaghen. Senza dubbio, dopo le rassicurazioni arrivate in serata, è andata meglio del previsto. Ma la paura non va via chiudendo gli occhi. Perché il cervello fatica a spegnersi. E quella paura, legittima, è diventata terrore incontrollabile a causa dell’ennesimo giro a vuoto dell’industria dell’informazione. Foto che non dovevano filtrare. Video che non dovevano esistere. Immagini condivise che non dovevano neanche essere pensate. E “notizie”, ovviamente non confermate, buttate lì non per ottenere due click in più ma per sfruttare appieno la tragedia (fortunatamente solo sfiorata) su un campo di calcio. Il malore di un ragazzo di 29 anni è diventato il mezzo più potente per dimostrare, ancora una volta, la scarsa qualità di un’intera categoria al servizio di un pubblico probabilmente deviato. Noi ci siamo fermati. Anzi, ringrazio pubblicamente la Redazione che è riuscita a (ri)mettersi in moto e trovare la lucidità di riportare in maniera tempestiva solo le notizie confermate da fonti dirette e, pertanto, autorevoli. Abbiamo spento tutto il resto. Ci siamo presi del tempo per chiedere, a un contatto danese, la precisa traduzione di una parola che avrebbe potuto dare un significato diverso a quei minuti interminabili di terrore: «Sveglio, significa sveglio». Sollievo. Abbiamo temporeggiato per verificare che la foto, che ritraeva Christian Eriksen cosciente – con gli occhi aperti, il collo alzato e la mano sulla fronte – all’uscita dal campo, che stava circolando sui social, desse una notizia reale e non fosse uno squallido lavoro di grafica. Succede anche questo quando, presi dal panico, ci si aggrappa solo alla preghiera – in tutte le sue forme – e alla speranza.

FORZA CHRIS – Succede anche questo ma, purtroppo, succede anche altro. Perché, mentre altri pensavano fosse giusto fare la diretta multimediale e testuale del dramma, Inter-News.it ha spento i motori e bloccato ogni contenuto non-giornalistico sull’accaduto. Lo abbiamo fatto ieri, lo facciamo oggi e continueremo a farlo domani. Orgogliosamente. Abbiamo accesso alle foto scattate a Copenaghen, ma sul nostro sito non le vedrete mai. Non vedrete “le lacrime della moglie” né un focus con servizio fotografico su “chi è la moglie di Eriksen”. Sicuramente non avrete modo di vedere le foto di Eriksen incosciente né il video di come cade a terra. E se sentite il bisogno di vederle (altrove), forse il problema è anche più grave di quello che riguarda l’informazione. A noi basta sapere e comunicare che Christian sta bene. E lavoriamo con la speranza di poter comunicare, nelle prossime ore e nei prossimi giorni, solo notizie positive sulla sua salute. Poi, magari, torneremo a parlare con più tranquillità anche di calcio, di Inter e di una serie di cose ora secondarie. E la prossima foto – intima e privata, ma condivisibile – di Eriksen su Inter-News.it siamo certi che sarà quella di un compagno e di un padre sorridente, felice di essere amato e in compagnia della sua famiglia. Un uomo, prima che un calciatore. Uomini, prima che “giornalisti”. Noi ci accontentiamo delle briciole. Forza Chris, siamo tutti con te.

Pubblicato da
Andrea Turano

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