Editoriali

Tanti auguri a Massimo Moratti, sedici trofei da proprietario dell’Inter

Massimo Moratti compie oggi 75 anni. I nostri auguri di buon compleanno al presidente più vincente nella storia dell’Inter, sotto la sua gestione ben sedici trofei sono finiti nella bacheca nerazzurra

Oggi è un compleanno importante nella grande famiglia dell’Inter, compie infatti 75 anni Massimo Moratti. L’ex presidente, anche se uscito dal mondo Inter prima con la cessione della maggioranza del club a Erick Thohir e poi delle sue restanti quote nel passaggio al gruppo Suning, resta legatissimo alla grande famiglia nerazzurra per tutto quello che ha dato alla storia dell’Inter e per la sua grande passione, mai sopita anche in questi anni di ritiro.

GLI INIZI – Moratti diventò proprietario dell’Inter il 18 febbraio del 1995 e il suo obiettivo dichiarato fu, fin da subito, quello di riportare la società ai fasti in cui l’aveva portata suo padre Angelo negli anni ’60. I primi anni non furono facili, ma non mancarono passione e grandi investimenti. Dopo la delusione della finale di Coppa Uefa persa nel 1997 contro lo Schalke 04, pochi mesi dopo arrivò il primo grande sogno dei tanti che Moratti ha saputo regalare ai tifosi nerazzurri. Con un blitz dei suoi a suon di miliardi delle vecchie lire arrivò infatti a Milano Ronaldo Luis Nazario da Lima, il Fenomeno, quello che all’epoca era il giocatore più forte del mondo ed è tutt’ora riconosciuto come uno dei più grandi di tutti i tempi. La stagione successiva fu segnata dal primo trofeo dell’era Moratti con la Coppa Uefa vinta nella finale di Parigi contro la Lazio, una Coppa che però servì a lenire per l’amarezza di un campionato condotto testa a testa contro la Juventus con lo scudetto poi finito a Torino tra mille polemiche, sopra tutte quelle della sfida scudetto al Delle Alpi del famoso rigore negato proprio a Ronaldo.

ANNI DIFFICILI, POI LA RINASCITA – Dopo quell’annata ne seguirono altre avare di soddisfazioni. I grandi investimenti, i grandi campioni e l’immensa passione del presidente Moratti non vennero mai a mancare, ma i risultati sul campo non furono all’altezza. Arrivarono grandi delusioni come lo scudetto sfumato all’ultima giornata del 5 maggio 2002, la semifinale di Champions League persa (senza perdere) contro il Milan nel 2003, voci di malumori e tentazioni di lasciar perdere tutto, ma la pazienza venne premiata perché poi arrivarono le meritate soddisfazioni. L’arrivo di Roberto Mancini sulla panchina nerazzurra nell’estate del 2004 aprì finalmente un ciclo con le vittorie in Coppa Italia e in Supercoppa Italiana, Moratti nel frattempo aveva lasciato la presidenza a Giacinto Facchetti per poi riprendersela dopo la morte di quest’ultimo, ma la strada era segnata: l’Inter era pronta per tornare veramente grande.

I TRIONFI CON MANCINI E MOURINHO – Quell’Inter grande lo fu davvero, degna di stare accanto alla “Grande” per antonomasia, quella di papà Angelo. Il 22 maggio del 2010 arrivò, dopo cinque scudetti consecutivi, la Champions League vinta nella finale del Bernabeu contro il Bayern Monaco. Massimo Moratti ce l’aveva fatta, aveva promesso di riportare l’Inter dove l’aveva lasciata suo padre e la missione era stata finalmente compiuta. La gioia, quasi fanciullesca, di Moratti con quella coppa in mano era la gioia di tutti gli interisti, la sua gioia era quella di chi aveva vissuto quei trionfi da ragazzo per opera di suo padre e ora li riviveva come opera sua.

IL DECLINO E LA CESSIONE – Quella coppa fu anche l’inizio della fine. Forse la pancia piena, forse l’incapacità di sostenere i costi crescenti in un calcio che ormai stava abbandonando il modello del “presidente tifoso”, portarono al declino inevitabile dell’Inter morattiana. Un’ultima Coppa Italia nel 2011, come canto del cigno della meravigliosa squadra del Triplete, poi tanta amarezza tra scelte sbagliate, conti della società in disordine, poca capacità di competere realmente con la nuova potenza della Juventus che cominciava in quegli anni quel dominio sulla Serie A che continua ancora oggi. Questo ci porta alla storia recente, alla prima cessione della società a Erick Thohir, diventandone socio di minoranza, fino alla cessione definitiva al Gruppo Suning che ora sta lavorando a sua volta per rifare grande l’Inter. In nome dell’Inter, sempre. La cessione fu forse l’ultimo gesto di amore che Massimo Moratti ha fatto per l’Inter, l’ammissione implicita di non essere più in grado di mantenere la Beneamata ai livelli che merita, passando la mano ad altre realtà con le capacità e le risorse per farlo. Moratti lasciò l’Inter dopo più di 20 anni e 16 trofei conquistati diventando quindi il presidente più vincente nell’intera storia nerazzurra. Ora è un distinto signore senza incarichi societari, ma la passione resta la stessa, quella che lo portò in quel lontano febbraio del 1995, contro il parere di tutta la sua famiglia come da lui raccontato in più occasioni, a riprendersi quel gioiello di famiglia che era l’Inter e con una sola missione: rifarla Grande. E Grande l’ha rifatta. Tanti auguri presidente Moratti, grazie di tutto.

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