Suning fa parlare di sé ma non dell’Inter Milano (a 48 ore dalla partita-verità)
Suning deve vendere l’Inter. Vuole farlo. Anzi no. Forse un po’. O anche meno. Il climax è gentilmente offerto a ridosso di Milan-Inter, partita che può significare moltissimo per l’economia sportiva della squadra nerazzurra. Ma gli assist che puntualmente arrivano dalla Cina sono autogol che sarebbe meglio non incassare
AHI AHI AHI SUNING – Il motivetto «ci son cascato di nuovo» funziona benissimo quando l’Inter è chiamata a dimostrare di essere unita. Ci si aspetta un ambiente ancora più compatto nei momenti clou della stagione. Invece, puntualmente, qualcuno casca nel tranello e riporta quel disordine che tanti danni ha fatto nella storia nerazzurra. Nella settimana che porta al Derby di Milano – non una partita come le altre, basta guardare la classifica della Serie A – l’unico tema che non si sarebbe dovuto affrontare è esattamente quello che terrà banco fino al fischio d’inizio di Milan-Inter a San Siro. I problemi societari dell’Inter. Solo ed esclusivamente quelli che arrivano dalla Cina, dal momento che in Italia gli affari vengono portati avanti – incredibilmente – con una qualità del lavoro fuori dal comune. Peccato che tra Milano e Nanchino non ci sia più un fil rouge a legare le attività sportive dell’Inter a quelle finanziarie di Suning. E ogni tipo di priorità “di campo” viene meno quando a prendere la scena sono le allarmanti condizioni delle casse societarie. O peggio, le direttive (ormai note) del Governo Cinese sulle attività su cui poter investire o meno. Nulla di nuovo da mesi (ormai anni…), appunto. Eppure oggi Suning – a modo suo – fa parlare di Suning, grazie al proprietario Zhang Jindong (vedi articolo). Se da una parte dobbiamo constatare che sia giusto così, dall’altro deve essere ribadito che l’Inter non può né deve essere inserita in questo calderone. Gli affari dell’azienda di cui la famiglia Zhang è proprietaria rappresentano un business che non trova un punto di incontro con la gestione di una squadra di calcio. Vale tanto in Cina con il Jiangsu quanto – soprattutto – in Italia con l’Inter. Non poter investire, trovare nuovi partner, vendere parzialmente o totalmente le quote e quant’altro sono attività ben più delicate rispetto a come vengono narrate a livello mediatico. Ma non si può parlare di strategia di business quando vengono meno i propri doveri. Si avvicinano le scadenze che rischiano di rovinare presente e futuro di un proprio asset, ribadire i piani dell’azienda Suning lasciando in stand-by la situazione dell’Inter non porta vantaggi né in campo né fuori. A un certo punto servirebbe una strategia comunicativa-protettiva dei propri interessi, no? Ammesso che l’Inter oggi lo sia ancora.
SOLO INTER MILANO – Il danno arrecato all’Inter è minimo, perché per fortuna ad Appiano Gentile c’è chi sta facendo scudo da mesi alle voci che arrivano dall’esterno. Avevamo anticipato che l’Inter made in Suning in questa settimana avrebbe giocato due derby diversi (vedi articolo). Ma non pensavamo che l’assist venisse dato proprio dalla proprietà cinese, ormai così distante da ciò che succede sul territorio italiano. E invece, rieccoci qui a “disturbare” la vigilia di una partita delicata come Milan-Inter di domenica pomeriggio. Mancano poco più di 48 ore all’inizio del Derby di Milano che può far svoltare definitivamente il campionato dell’Inter oppure far tornare vecchi fantasmi. Domani in conferenza stampa Antonio Conte dovrà e vorrà parlare solo di calcio, non di finanza. Le strategie di Suning, per il bene del futuro nerazzurro, non hanno nulla a che vedere con il risultato del derby, nonostante si voglia far credere il contrario (vedi articolo). Ciò che deve essere fatto con le quote dell’Inter non deve entrare sul rettangolo verde. Sembra banale ma Conte – così come dirigenza e squadra – non deve parare altri colpi alle spalle. E la macchina mediatica si è già messa in azione. Si parla troppo di ciò che potrebbe fare o non fare Suning con il “giocattolo Inter” anziché concentrarsi sulle prestazioni della squadra. Queste voci disturbano l’ambiente nerazzurro a ridosso del derby? Forse sì, forse no. Ma questa tematica dovrà essere dribblata nelle prossime 48 e più ore. Così come non servirà un post social del Presidente Steven Zhang per festeggiare un’eventuale vittoria e fingere vicinanza alla squadra. Non esiste un’Inter a distanza. Sta per nascere ufficialmente l’Inter Milano, dell’Inter Nanchino invece ne facciamo volentieri a meno finché Suning non farà chiarezza sulle sue intenzioni. A fatti, basta chiacchiere ora.