Editoriali

Sta nascendo un’Inter italiana. Anche se i prezzi di mercato non tornano

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L’Inter non vuole farsi trovare impreparata al nuovo “via” stagionale. Vale per la seconda parte del 2019/20 ma soprattutto per la prima del 2020/21. La confusione con date e dati è evidente, poi c’è chi argomenta in maniera fantasiosa su temi interessanti ma “bloccati”. È il caso del calciomercato, che vede una nuova Inter italiana a prezzi variabili

MADE IN ITALY – Il rinnovo di Alessandro Bastoni (classe 1999) e Sebastiano Esposito (2002), talenti certi di far parte del progetto nerazzurro. La permanenza di Roberto Gagliardini (1994) e Antonio Candreva, più che utili nelle prossime rotazioni. Quella di Andrea Ranocchia e Danilo D’Ambrosio (1988), leader silenziosi che fanno anche gruppo. Il riscatto di Nicolò Barella (Cagliari) e Stefano Sensi (Sassuolo), obbligato il primo e promesso il secondo. I dubbi su quello di Cristiano Biraghi (Fiorentina), che comunque potrebbe essere rimpiazzato da un altro connazionale. L’interessamento per Armando Izzo (Torino), Sandro Tonali (Brescia) e Federico Chiesa (Fiorentina), per completare i tre reparti con profili duttili. Per non parlare degli “inglesi” Emerson Palmieri (Chelsea) e Moise Kean (Everton), rientrati sul taccuino nerazzurro in un giro ben più ampio. Quello che si preannuncia sarà un mercato estivo all’insegna del Made in Italy per l’Inter di Antonio Conte. Almeno così dicono gli esperti, quelli per cui il calcio non si è mai fermato né deve fermarsi. Non c’è pandemia che tenga, il calciomercato ormai ha vita propria.

PROGETTO SUNING – Come stiamo provando a raccontarvi da giorni, ancora non sappiamo come, quando e se riprenderà la stagione 2019/20. Figuriamoci se possiamo ipotizzare la prossima finestra di calciomercato. E soprattutto, in che modo verrà approcciata. Perché al momento non ci sono certezze né sul tipo di investimenti da fare né sulle reali necessità per la stagione che verrà. Non mancano gli apprezzamenti e gli interessamenti datati, anzi. Ma il budget? Non c’è un budget. E poi, in quali competizioni giocherà l’Inter nell’ipotetica stagione 2020/21? Non ci sono obiettivi. Oggi. L’unica certezza è che l’Inter, una volta tornata la “normalità”, proverà ad accelerare per avvicinarsi alla vetta. In Italia e in Europa. Il progetto Suning prevede anche qualche trofeo dopo aver “abbellito” la voce fatturato. Dopo tanti anni il bilancio permette finalmente di respirare, nonostante i danni economici causati dallo stop per il Coronavirus. La direzione presa è quella giusta.

DIVERSE (S)VALUTAZIONI – Ciò che stona in questi tempi, fatti più di ipotesi che di altro, è la gestione mediatica dello stesso argomento. L’esempio Tonali è lampante. Il cartellino del talentuoso centrocampista classe 2000 continua a lievitare, visto che difficilmente il Brescia (destinato alla retrocessione in Serie B) lo farà partire per meno di 40 milioni di euro. Si parla di asta, anche 45-50. Discorso simile per Chiesa, che può partire per una cifra vicina ai 70 milioni. Lo stesso prezzo pattuito con il Paris Saint-Germain per il riscatto di Mauro Icardi, che però si sta svalutando. Come si sta svalutando Ivan Perisic rispetto ai 20 milioni promessi dal Bayern Monaco. Il Barcellona non sembra disposto a pagare la clausola di 111 milioni per Lautaro Martinez, vuole lo sconto. Nei giorni scorsi si è letto addirittura che Milan Skriniar, Marcelo Brozovic e Romelu Lukaku hanno perso valore causa Covid-19. Non cito Christian Eriksen, perché altrimenti si ride di gusto.

I PREZZI NON TORNANO – Giocare a fare i Nostradamus, in questo periodo, non aiuta nessuno. Lo hanno capito i cittadini italiani e forse perfino i politici. O comunque lo stanno capendo. Lo capiranno presto anche gli appassionati di calcio, che non vedono l’ora di tornare a fare il tifo per la propria squadra. E a vivere di calciomercato, proprio come fatto fino a poco tempo fa. Ipotizzare che il prossimo sarà un mercato con prezzi al ribasso e tanti prestiti non è sbagliato, tutt’altro. Utilizzare questa ipotesi a piacimento per “spostare” i calciatori da una squadra all’altra senza un nesso logico lo è, eccome. Perché sono i soldi di Icardi a finanziare Chiesa, banalmente. Ma se uno (in uscita) oggi vale solo 35-40 milioni e l’altro (in entrata) ben 65-70, come si potrà muovere l’Inter? Se Beppe Marotta svende Lautaro Martinez, ma con quella cifra può prendere appena Izzo e Tonali, come sarà la nuova Inter? Le idee sono chiare, le notizie confuse. Come i prezzi di mercato, che oggi non sono ipotizzabili sulla base delle conseguenze del “calcio non giocato”. Anche in tempi di emergenza sanitaria il calcio resta un business, non un videogame. È bene ricordarlo.

Pubblicato da
Andrea Turano

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