Spalletti, Inter rimessa dove merita e prima dell’io. Memoria corta?
Ora è ufficiale: Spalletti non è più l’allenatore dell’Inter. Il tecnico di Certaldo lascia la panchina nerazzurra dopo due stagioni in cui – dopo sei anni di assenza – ha riportato consecutivamente la squadra in Champions
SITUAZIONE INIZIALE – È il 14 giugno 2017, l’Inter ha appena chiuso una stagione travagliata al settimo posto in classifica a meno 10 dal quarto posto occupato dall’Atalanta e distante ben 24 punti dal Napoli terzo e ultimo club qualificato alla Champions League. Luciano Spalletti si presenta quindi in conferenza stampa con l’obiettivo chiaro fin da subito: riportare l’Inter in Europa, possibilmente quella che conta.
PRIMA STAGIONE – E Spalletti l’Inter l’ha riportata subito in Champions League al termine di una stagione fatta di alti e bassi, ma che ha rivisto i nerazzurri protagonisti andando a giocarsela alla pari con tutti gli avversari negli scontri diretti e ridando quindi, oltre a una stabilità difensiva, una dignità alla rosa dopo quanto successo negli anni precedenti. I nerazzurri tornano quindi in Champions League dopo 6 anni grazie a un bel campionato e l’incredibile rimonta del 20 maggio allo Stadio “Olimpico” contro la Lazio. Al termine della stagione 2017-2018 l’Inter è al quarto posto in classifica a -5 dalla Roma (l’anno prima erano 25) e a +8 da un Milan che – a differenza delle promesse fatte a Spalletti – aveva speso molto più dei nerazzurri. Il responso è stato quindi positivo: allenatore confermato.
PREMESSA SECONDA STAGIONE – La seconda stagione di Spalletti all’Inter nasce con obiettivi diversi. Dopo la sofferenza della stagione precedente, i nerazzurri vogliono qualificarsi ancora in Champions, ma c’è una classifica da migliorare e delle sofferenze da diminuire. L’incognita arriva però dall’Europa: come reagiranno i nerazzurri al doppio impegno? Per far fronte a questa stagione Spalletti viene ascoltato e, dopo anni di corteggiamento, finalmente Radja Nainggolan diventa un giocatore dell’Inter. A farne le spese, tra gli altri, Rafinha che non viene riscattato nonostante l’ottimo impatto.
SECONDA STAGIONE – Quest’anno l’Inter non parte bene (sconfitte con Sassuolo e Parma), ma nella prima notte di Champions contro il Tottenham cambia tutto. I nerazzurri iniziano a vincere e sembrano destinati a un campionato “tranquillo” alla ricerca del secondo posto come da previsioni. L’ultima notte di Champions League contro il PSV Eindhoven cambia però la storia. È la partita che Spalletti sbaglia più di tutte, una di quelle che gli è costata la panchina dell’Inter. I nerazzurri devono vincere, ma dopo il pareggio di Mauro Icardi smettono di giocare e aspettano solo la vittoria del Barcellona che puntualmente non arriva. È una delle svolte della stagione. La sua Inter da quel momento non è più la stessa. Da quel momento un caso al mese: Nainggolan a dicembre, Ivan Perisic a gennaio e Mauro Icardi a febbraio. In mezzo l’eliminazione da una Coppa Italia diventata alla portata dei nerazzurri e quella dall’Europa League, dove però Spalletti è costretto a schierare un 2000 e un 2002 a causa dei capricci di un 1993. Spalletti, dopo l’Eintracht Francoforte, è però bravo a ricompattare il gruppo ricaricandolo e vincendo con grande merito il derby di ritorno con un Milan che aveva appena scavalcato i nerazzurri e sembrava lanciatissimo in ottica Champions. Dopo il derby l’Inter però non ingrana la marcia sperata e continua tra alti e bassi. Negli scontri diretti i nerazzurri puntano ad amministrare il vantaggio mancando però la vittoria che riporti la Champions con tranquillità. Il finale di stagione di Spalletti è accompagnato dalle voci sempre più insistenti su Antonio Conte e – come scoperto a campionato finito – dai problemi familiari per il tecnico. L’Inter e Spalletti si ritrovano quindi, dopo la pessima prestazione di Napoli, a giocarsi l’accesso alla Champions League contro un Empoli alla ricerca di punti salvezza. La sfida di domenica è un palpitamento di emozioni conclusa con 10′ senza logica secondi solo a quelli contro il Tottenham a settembre, al fischio finale però – dopo qualche sofferenza di troppo – l’Inter è per il secondo anno consecutivo in Champions League grazie al gol del suo pupillo Nainggolan. Luciano Spalletti ha portato in porto la sua nave nonostante le burrasche.
NUMERI – Ad avventura terminata Spalletti ha quindi portato due anni su due l’Inter in Champions. Chi lo critica senza se e senza ma probabilmente ha la memoria corta e dimentica dov’erano i nerazzurri quel 14 giugno 2017. L’Inter quest’anno ha scavalcato la Roma (da -25 a +3) e accorciato sul Napoli (da -24 a -10), ma non solo. Spalletti ha stravolto positivamente le statistiche della difesa: i nerazzurri sono passati dai 49 gol subiti del 2016/2017 ai 33 di quest’anno, e non solo per merito delle ultime parate di Samir Handanovic contro l’Empoli…
GRAZIE MISTER – Gli errori ci sono stati. Spalletti si è giocato male le carte per un’Inter che vuole provare a tornare a vincere sbagliando le gare da dentro o fuori nelle coppe. Il tecnico di Certaldo ha però ridato identità a una squadra senz’anima rigenerando diversi giocatori (Marcelo Brozovic e Danilo D’Ambrosio su tutti), riportando la barca sulla giusta rotta durante la tempesta e mettendo in più occasioni – non solo a parole come qualcuno – il bene dell’Inter prima dell’io per riportare l’Inter dove merita. La sua missione Spalletti l’ha compiuta. Grazie Mister!