Editoriali

Skriniar, più Ranocchia che Icardi: il rinnovo con l’Inter fa già “rumore”

Skriniar è pronto a sposare l’Inter per altri anni ancora, anche se il prossimo contratto potrebbe nascondere una “magagna” di mercato che fa già rumore. Una firma da “capitan futuro” più vicina a quella di Ranocchia che a Icardi, gli ultimi due capitani interisti prima dell’attuale Handanovic

SKRINIAR SIMBOLO – In un periodo storico fatto di notizie che si rincorrono, smentiscono e affermano tutto, il contrario di tutto e anche qualcosa in più, aspettare l’ufficialità rappresentata dal deposito del contratto è senza alcun dubbio l’unica tutela possibile per evitare spiacevoli sorprese. Eppure con Milan Skriniar si può azzardare di confezionare un pensiero ancor prima del comunicato ufficiale. La notizia odierna sull’imminente rinnovo di contratto con l’Inter (vedi articolo) è l’evento che rompe la quotidianità in casa nerazzurra. Una quotidianità fatta di casi mediatici (alcuni noti) e ipotesi catastrofiche di quello che potrebbe essere. Skriniar, invece, rappresenta la certezza. Se la Milano nerazzurra aveva bisogno di un simbolo in campo e fuori dopo aver perso tutti i suoi rappresentanti nel corso degli ultimi anni, con Skriniar l’ha trovato. E il filone romantico da Milan Skriniar che diventa Inter Skriniar è già stato affrontato dal diretto interessato, sempre trasparente sulla sua volontà di restare in questa città, con questa maglia e per questi tifosi. Oggi Skriniar rappresenta l’Inter e l’interismo più di ogni altro. Il simbolo. E va benissimo così.

PATRIMONIO INTER – Le cifre del rinnovo di Skriniar, però, nascondono alcune tematiche da approfondire. Per un attimo bisogna lasciare da parte il cuore e ragionare in maniera fredda, quindi manageriale. Mettiamoci nei panni di Beppe Marotta, chiamato a riportare l’Inter ai vertici attraverso un progetto tecnico fatto di programmazione. Progetto tecnico che deve (ri)partire da Skriniar, programmazione che può anche partire dal sacrificio del centrale slovacco sul mercato. Skriniar oggi rappresenta il patrimonio tecnico-economico più importante a disposizione dell’Inter: si tratta di un centrale difensivo classe ’95 con alle spalle una breve carriera in cui ha già dimostrato tanto, ma margini di miglioramento talmente alti da ipotizzare che possa diventare il numero uno assoluto nel suo ruolo. Ed è l’unico giocatore interista il cui cartellino è valutato in tripla cifra, quindi potrebbe partire solo in caso di offerta superiore ai 100 milioni di euro. Cifra destinata a salire in un periodo storico in cui la morìa di difensori centrali di qualità è sempre più accentuata. Cifra che l’Inter è disposta a rifiutare, ma con un asterisco (l’arrivo dell’esperto Diego Godin a parametro zero è un “paracadute” importante qualora si verificasse la partenza di Skriniar in estate).

NUOVO CONTRATTO – Ma torniamo, appunto, al contenuto economico del nuovo contratto di Skriniar. Il prolungamento della scadenza dal 2022 al 30 giugno 2023 mette l’Inter in una posizione di forza ulteriore sul mercato: più la data è distante, più il valore di mercato aumenta, perché diventa poco negoziabile. Chi vuole Skriniar deve offrire al rialzo, sicuramente non al ribasso (niente doppia cifra, i 100 milioni rappresentano la base di partenza). E in questo mercato folle è ipotizzabile che un’offerta simile arrivi, soprattutto perché molte big devono rifondare proprio partendo dalla linea difensiva. L’assenza della clausola rescissoria è un motivo in più per pensare a una trattativa condotta esclusivamente dall’Inter: “Skriniar non è in vendita, ma ascolteremmo ogni proposta se il ragazzo volesse cambiare aria”. Ed è qui che entra in gioco il dettaglio più importante – e in un certo senso preoccupante (dipende dalle prospettive) -, ovvero l’ingaggio: i circa 3 milioni netti annui più bonus rappresentano una cifra oggettivamente bassa sia per il valore tecnico del giocatore sia soprattutto per quello economico, ovvero il prezzo fissato dall’Inter per l’eventuale asta. Una cifra facilmente superabile da chiunque sia interessato al suo cartellino.

RANOCCHIA O ICARDI – E dunque bisogna fare questa osservazione, difficile da accettare, ma che rientra perfettamente nel concetto moderno di calcio, in cui il patrimonio della proprietà Suning non può coincidere assolutamente con le ambizioni dell’Inter di spendere e spandere nel calciomercato. Da una parte è coerente che Skriniar rinnovi il suo contratto raddoppiando l’ingaggio senza quadruplicarlo (come sarebbe stato più “logico”, avendo quadruplicato il suo patrimonio a disposizione dell’Inter…), perché fa parte degli step che possono portare un talento a diventare campione. Dall’altra, però, l’Inter decide di mettersi in una posizione debole grazie a cui Skriniar può presentarsi in sede con un’offerta contrattuale superiore e di molto. In pratica una falla (voluta?) nel nuovo contratto che lascia libera ogni possibilità. Non una blindatura come si può pensare superficialmente, ma una mossa strategica che può portare benefici alla società. Una cosa è certa: in caso di permanenza, Skriniar è il capitano designato dell’Inter che verrà. La firma su questo contratto sottolinea la sua accettazione del progetto Inter a prescindere da quello che succederà. Cifre e atteggiamenti da capitano che avvicinano Skriniar a quello che fu (ed è) l’umile Andrea Ranocchia e lo allontanano dal più “mediatico” Mauro Icardi, dal momento che il nuovo ingaggio del numero 37 rientra perfettamente nel monte ingaggi previsto da Marotta per l’Inter. Monte ingaggi in cui le cifre richieste da Icardi, per quello che (non) rappresenta ora per l’Inter, potrebbero non esistere più, favorendone il sacrificio sul mercato (plusvalenza ancora più netta rispetto a Skriniar, anche a cifre inferiori alla clausola da 110 milioni). Ecco perché bisogna essere soddisfatti di quanto sta per essere ufficializzato tra Inter e Skriniar: il rinnovo verrà fatto con reciproca soddisfazione all’uomo, il difensore centrale in un certo senso resta sul mercato.

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