Serie A progetta la ripartenza mentre il calcio cambia per non cambiare
In Italia si aspettano notizie dall’alto, in particolare dal Governo. Solo dopo si sapranno le reali possibilità di ripresa della Serie A 2019/20. Le modalità del finale di stagione, però, vengono anticipate a livello internazionale. Le possibili modifiche del regolamento aprono nuovi scenari di “spettacolarità” e, purtroppo, non solo quelli. Esiste il rischio involuzione
REGOLE CAMBIATE – Adesso è ufficiale. No, non la ripartenza della Serie A, ma comunque una notizia collegabile a essa. Era nell’aria da tempo e oggi finalmente la IFAB ha colto l’assist della FIFA (vedi articolo). Tradotto: ci si sta preparando al nuovo spettacolo del “calcio estivo” in tempi di Coronavirus. Calcio estivo tra virgolette come forse anche la parola “spettacolo”, ma tant’è. La scelta sembra quasi obbligata e sicuramente anche alla UEFA fa piacere. Del resto, la modifica dei regolamenti a stagione in corso (si fa per dire…) equivale a un annuncio: competizioni falsate ma è necessario per portarle a termine. Forse. L’importante, in questi tempi, è parlarsi chiaro. Avere idee, proporle e vederle attuate per il bene comune. Che oggi è solo economico, non più (anche) sportivo.
CINQUE CAMBI – La decisione di permettere le cinque sostituzioni al posto delle canoniche tre è una boccata d’ossigeno per la Serie A, che sicuramente accetterà di utilizzare questa “agevolazione”. La prospettiva di giocare ogni tre giorni, da metà giugno a fine luglio, incentiva il turnover tra una partita e l’altra. Ma anche nel corso della stessa partita. Un tema già affrontato settimane fa. Qualcosa di veramente comodo per una squadra come la Juventus, che in panchina completa la rosa con altri undici titolari, ma anche l’Inter può dire la sua (vedi focus). Si tratterebbe di un altro sport, non più basato sulla strategia del cercare di sbagliare il meno possibile e correggersi con massimo tre mosse prima del triplice fischio. In questo caso vale tutto, anche stravolgere metà formazione. Possono cambiare gli aspetti tecnico-tattici e i ritmi. Basta saperlo e uno si adatta, no?
SENZA VAR – Accolta a livello internazionale la novità del “calcio a 5 sostituzioni”, in attesa che venga approvata a livello nazionale, c’è da considerare un altro punto. Un’altra rivoluzione. Anzi, una contro-rivoluzione. Il calcio estivo da giocarsi dopo tre-quattro mesi di stop, con il pericolo Covid-19 ancora in azione, può essere reso ancora più “spettacolare” dal punto di vista arbitrale. Come? Abolendo l’utilizzo del VAR, che a quanto pare è diventato un veicolo di contagio non indifferente. Per la regolarità delle partite, mica per il virus eh! La IFAB ha dato l’OK per una nuova edizione del calcio senza VAR. Un calcio già falsato di suo e che di sportivo non ha più nulla. Ma proprio perché deve ripartire a tutti i costi, per motivi (giustificabili ma) solo economici, si sceglie la via più facile per alimentare ulteriori polemiche. La Serie A, che già qualche settimana fa aveva annusato la possibilità di boicottare il VAR per il finale di stagione 2.0, adesso è al bivio. Se si riparte, il calcio italiano può decidere se perdere (anche) quel poco di credibilità rimastagli. Il finale di stagione sarà pure falsato, ma non fino a questo punto. Si spera…