Editoriali

Serie A “posticipa” la farsa Scudetto? Per una volta non decida la UEFA

In data odierna ancora non si sa nulla di cosa ne sarà della stagione calcistica. Né si tratta di un tema così importante vista l’emergenza Coronavirus. Eppure le ipotesi che stanno avanzando vanno tutte verso una direzione, quella meno democratica possibile: far trionfare i più ricchi, utilizzando la strategia dei due pesi e delle due misure. La Serie A sembra potersi accodare alla UEFA, invece stavolta dovrebbe imporsi per la lotta Scudetto

SCELTA OBBLIGATA – La maggior parte dei calciofili, in questo periodo, sta pensando a tutto fuorché al calcio. È anche la mia situazione, per intenderci. Purtroppo, però, qualcuno deve pensarci. Non per passione ma per lavoro. È il caso delle istituzioni che governano quello che in Italia è considerato lo sport principe a livello nazionale. Oggi la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) ha pensato bene di posticipare il Consiglio Federale odierno alla settimana prossima, lunedì 23 marzo. La Lega Serie A, invece, ha fissato la data ultima per poter riprendere il campionato: superato anche sabato 9 maggio, la stagione calcistica in Italia non potrà ricominciare in nessun modo in maniera “normale”. Una piccola anticipazione di quello che potrebbe accadere tra poco più di un mese e mezzo, quando è davvero impensabile riprendere l’attività agonistica dopo la quarantena totale di tutti gli atleti e il periodo di riatletizzazione necessario dopo lo stop forzato. Non c’è troppo da “prevedere”. La Serie A si concluderà in maniera atipica, poco ma sicuro.

PRIORITÀ UEFA – L’ipotesi che a decidere in che modo concludere i campionati nazionali sia la UEFA – o comunque un’organizzazione internazionale – è una forzatura clamorosa. L’interesse principale è concludere le due coppe europee, a prescindere da tutto il resto, EURO 2020 compreso. Per questo Champions League ed Europa League vedranno la propria conclusione anche fuori calendario. Con partite secche. In campo neutro. E a porte chiuse. Se necessario, vedranno la luce tutte le misure di prevenzione possibili pur di decretare le vincitrici che si giocheranno la prossima Supercoppa Europea. La decisione verrà ufficializzata (o posticipata?) nelle prossime ore. Sì, ma i campionati? Ipotizzare altre dodici-tredici giornate di Serie A è utopia. Così come giocare ogni tre giorni finendo tra fine giugno e inizio luglio. A chi spetta la decisione finale? Facile capirlo. Sicuramente non alla UEFA, che da ogni Paese aspetta solo la lista dei campioni nazionali e/o delle squadre qualificate alla prossima edizione delle due coppe europee. È opportuno che l’Italia scelga il suo “format alternativo” per concludere la stagione, sempre se possibile.

SCENARIO PLAY-OFF – Ipotizzando lo scenario peggiore, ovvero la possibilità di giocare il finale di stagione in poco più di un paio di settimane, lo stesso numero di partite sono previste in campo nazionale e internazionale. Due, massimo tre partite per i Play-Off Scudetto in Serie A. Più due per la Coppa Italia (semifinale di ritorno e finale). Tre, massimo quattro partite per la Final Eight in Champions ed Europa League. Chi arrivasse fino in fondo giocherebbe ogni tre giorni per tre settimane, potendo alzare tre trofei. Le altre squadre finirebbero anche prima. In emergenza vale tutto, anche una soluzione simile. Ciò che non ha senso – né oggi né mai – è congelare la classifica attuale, assegnare lo scudetto a chi è primo (la Juventus dopo aver battuto l’Inter in una partita che non si sarebbe dovuta giocare, lasciando temporaneamente la Lazio in vetta ma con partite in più). Ecco perché non può esistere – né in Italia né in Europa – il “campione nazionale di febbraio/marzo”. O la stagione si finisce in Italia e in Europa allo stesso modo, con il format ridotto, oppure non si finisce proprio. La Serie A faccia le sue regole, perché stavolta la UEFA ha altri problemi da risolvere a cui pensare. Altrimenti sarebbe una farsa (posticipata).

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