Sarri alla Juventus apre un nuovo capitolo anche per l’Inter di Conte
Sarri torna in Serie A e lo fa prendendo in mano la sfida più ambiziosa della sua carriera, lo stesso può dirsi per Conte in seguito al suo ritorno in Italia. Juventus e Inter azzardano nel tentativo di raggiungere i propri obiettivi stagionali: in palio c’è lo stesso successo
SARRI DOPO CONTE – La notizia tanto attesa, nell’aria ormai da un mese, è arrivata. No, Pep Guardiola non sarà il prossimo allenatore della Juventus, che ha scelto Maurizio Sarri (vedi articolo) per aprire un nuovo ciclo. O meglio, per continuare – anzi, portare a termine apportando anche qualità al gioco – quello lasciato dopo cinque anni da Massimiliano Allegri (esonerato) e prima ancora dal triennio di Antonio Conte (dimissionario). Ed è proprio la figura di Conte che può godere di luce riflessa grazie all’arrivo di Sarri a Torino. La storia che lega i due tecnici inizia in Serie B nella stagione 2006/07, quando insieme – alternandosi – non riescono nell’impresa di salvare un Arezzo già retrocesso (6 punti di penalizzazione senza i quali la salvezza sarebbe stata raggiunta sul campo): inizia e finisce Conte, in mezzo l’avventura fallimentare di Sarri. La storia recente è ancora più nota: passaggio di consegne al Chelsea, che si libera di Conte (Premier League) per accogliere Sarri (Europa League). Operazione win-win del Chelsea, nulla da dire. Ma forse la situazione win-win è soprattutto quella di Inter e Juventus, che hanno puntato fortemente sui due allenatori azzurri ex Blues: non José Mourinho né Guardiola, scelta chiara. Ma torniamo alla luce riflessa di Conte… Il binomio Conte-Sarri oggi può quasi sostituire lo storico Inter-Juventus.
FILOSOFIE OPPOSTE – Conte e Sarri rappresentano il meglio che la cultura italiana può offrire al momento in termini prettamente tecnici, calcistici. Due allenatori che riescono a insegnare calcio come pochi, ottenendo successi in base agli obiettivi fissati, ma soprattutto al materiale a disposizione. Ed è qui la prima grande differenza, perché Conte e Sarri sono portavoce di due filosofie calcistiche diametralmente opposte: non è tanto una questione di modulo (difesa a tre o quattro) o caratteristiche richieste ai propri calciatori (di qualità o di quantità), quanto la ferma convinzione che si possa raggiungere il successo in un solo modo. Con l’impegno e la dedizione per Conte, con il gioco e la proposizione per Sarri. Il concetto del “bel gioco” alla fine può uscire sia nel primo sia nel secondo caso, ma prendendo strade diverse. A Sarri servirà un po’ di tempo per trasferire il suo credo nella testa dei fuoriclasse juventini “svuotati” da Allegri, a Conte ne servirà altrettanto per ridare un’anima ai giocatori interisti “disabituati” a lottare per la vittoria (ringraziando Luciano Spalletti per aver fatto metà del lavoro). In questo lasso di tempo chi sarà più bravo può candidarsi a leader del nuovo corso della Serie A, dove il Napoli di Carlo Ancelotti – forte del secondo anno sulla panchina azzurra – è pronto a gridare battaglia. Il discorso non è finalizzato allo scudetto, per cui la Juventus resta favoritissima (a fare la differenza sarà più il mercato che l’allenatore in sé…), ma alla credibilità che bisogna tornare a dare al campionato italiano. Con Conte all’Inter e Sarri alla Juventus, entrambi all’anno zero, si può riuscire in questa impresa, magari riducendo il gap: dopo otto anni di blackout l’Inter volta pagina, dopo otto anni di successi nazionali la Juventus si snatura per tentare (anche) la conquista dell’Europa. Per il bene dell’Italia. E della Serie A. Un nuovo capitolo calcistico, si spera.