Editoriali

Rugani e il caso Coronavirus: tamponi di Serie A e informazione di Serie B

Rugani è finito nuovamente al centro dell’attenzione e non a causa dell’ultimo giorno di quarantena (leggi “isolamento obbligatorio” e non “volontario”) dopo la positività al Coronavirus. A fargli questo “regalo” la fidanzata, con le sue dichiarazioni – poi ritrattate – che danneggiano la Juventus. L’ennesima pagina nera del giornalismo italiano, forse

CASO QUOTIDIANO – In tempi di quarantena ogni giorno sembra uguale a quello precedente. E a quello successivo. Non c’è “smart-working” che tenga né la TV aiuta a orientarsi. La settimana sembra scorrere senza scadenza. Non esiste weekend calcistico né il turno infrasettimanale di coppa. Per noi interisti non c’è il giovedì di Europa League a separare gli impegni in Serie A, ad esempio. Ma lo stesso tipo di disagio quotidiano è vissuto da ogni italiano, chiuso in casa in attesa di novità ministeriali. Eppure – ancora una volta – è il mondo del calcio a offrirci l’ennesimo passo falso a 360°. Un 2020 iniziato male, continuato peggio e chissà come finirà. La “perla” del giorno viene gentilmente offerta da Michela Persico, compagna di Daniele Rugani, difensore della Juventus. Sì, il primo calciatore della Serie A positivo al Coronavirus. Ed è proprio questo l’argomento del giorno, nuovamente trattato con una superficialità inaccettabile. Sia per chi fa informazione sia soprattutto per chi ha a cuore la tematica della sanità pubblica. Qualcuno dovrebbe intervenire.

SCENARIO ALTERATO – L’intervista della signora Persico, rilasciata a “The Post Internazionale” (TPI) e realizzata dal Direttore Giulio Gambino, contiene un racconto che definirlo grave è dir poco (vedi dichiarazioni). Riguarda il tampone fatto a Rugani, addirittura nel giorno di Juventus-Inter, per poi avere la conferma della positività il giorno dopo. Riassunto: la Juventus avrebbe permesso a una persona sintomatica di essere in panchina anziché isolarla preventivamente. E non basta la rettifica avvenuta nelle ore successive al caos mediatico generato. Né la smentita ufficiosa della Juventus, che in questo caso è parte danneggiata. Stando ovviamente a quanto dichiarato – erroneamente – da Lady Rugani. Da una società come la Juventus ci sarebbe aspettato – giustamente – un comunicato ufficiale per smentire le dichiarazioni e, probabilmente, anche qualche provvedimento nei confronti della coppia. Perché la versione sulla positività di Rugani è già stata cambiata tre volte. Alterando i significati di “sintomatico” e “asintomatico”. Modificando la data dei tamponi. Negando l’inizio dei sintomi, dopo averli smentiti. E via dicendo. Su un argomento simile non possono esistere più versioni in contrasto tra di esse. Gestione vergognosa dell’argomento.

BLACK PAGE – Di recente il giornalismo italiano ha sviluppato un nuovo meccanismo che permette di pubblicare qualsiasi cosa. Sbagliare. E non tornare indietro. Anzi, fare vittimismo sbagliando nuovamente. Per questo non possiamo accettare un’altra rettifica. Ci sono azzardi che si possono tentare. Abbagli che si possono prendere. Giochi di parole rischiosi da mettere in prima pagina. Ma non si cazzeggia – passatemi il termine – su argomenti così seri. Chi raccoglie dichiarazioni simili deve verificare preventivamente il tipo di contenuto che sta per dare in pasto al pubblico. E chi rilascia virgolettati errati (perché di questo dobbiamo parlare, altrimenti in casa Juventus ci sarebbero ben altri problemi rispetto alle perdite in bilancio) deve pesare ogni singola parola, cercando di essere il più precisa possibile. Altrimenti si sta zitti. Si evita di finire sui giornali e in TV, alla ricerca di (facile) visibilità. Stavolta non c’è scusa che tenga. Non c’è psicologia da indagare. Siamo tutti uguali di fronte al nemico Covid-19. E di fronte alla legge. Nei giorni scorsi la polemica dei “tamponi VIP”, come quelli dei calciatori poi fuggiti in piena quarantena (vedi editoriale), aveva già dato materiale giornalisticamente avvilente, in abbondanza. Oggi si è toccata un’altra vetta deplorevole. In Italia si fa informazione di Serie B su argomenti di Serie A e viceversa. Ammesso che il problema sia realmente giornalistico e non di altra natura, ovviamente.

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