Il derby vinto 2-3 dall’Inter in casa del Milan ha il profumo di Champions League: una vittoria nata la notte di Firenze nel segno dell’arbitro Rosario Abisso e dell’uomo chiave che non ti aspetti, Danilo D’Ambrosio
ALLE ORIGINI DEL TRIONFO NEL DERBY – Era la sera di quasi un mese fa quando un’Inter già in pieno caos Mauro Icardi si presentava a Firenze per disputare una buona partita che avrebbe meritato di vincere (2-3). Quella sera, e nei giorni successivi, non fu possibile parlare di calcio giocato: l’arbitro Rosario Abisso si prese la scena convalidando un calcio di rigore inesistente fischiato alla Fiorentina per un netto tocco di petto di Danilo D’Ambrosio a un minuto dallo scadere del tempo di recupero. Fiumi d’inchiostro furono spesi a tentare di giustificare l’errore del fischietto palermitano che, avendo confermato un gol e assegnato un rigore ai nerazzurri prima di annullare il gol di Cristiano Biraghi ai padroni di casa solo con il supporto del VAR, non se la sarebbe sentita di ammettere un terzo errore, poco importa che tutte le correzioni a favore dell’Inter fossero sacrosante.
“INTER, ORA REAGISCI!” – Come evidenziato nell’editoriale del giorno successivo a Fiorentina-Inter (QUI per leggerlo), i nerazzurri, pur comprensibilmente scossi da quanto accaduto, erano chiamati a trasformare il furto subito in una spinta decisiva per la qualificazione in Champions League. Gli uomini di Luciano Spalletti si apprestavano ad andare a Cagliari e a ricevere la SPAL a San Siro prima del derby, esclusi gli impegni di Europa League analizzati in un binario a sé stante. Contro i rossoblu sarebbe arrivata una brutta prestazione sfociata in sconfitta, anche se si sarebbe segnalato un nuovo episodio arbitrale che avrebbe condizionato l’andamento della gara: Luca Cigarini, già ammonito, trattiene per la maglia Radja Nainggolan lanciato a rete per il più classico dei falli tattici e viene graziato dall’arbitro Luca Banti. Lo stesso centrocampista ex Parma avrebbe poi calciato la punizione dell’1-0 sardo, oltre al fatto che la sua legittima espulsione avrebbe concesso ai nerazzurri più di un tempo e mezzo in superiorità numerica. Il giorno dopo si sarebbe consumato il sorpasso del Milan, vittorioso contro il Sassuolo, con i nerazzurri ancora quarti complice la netta sconfitta della Roma nel derby in casa della Lazio. Contro la SPAL, domenica scorsa, i nerazzurri reagiscono e, nonostante il gol annullato a Lautaro Martinez, gli infortuni di Joao Miranda e Marcelo Brozovic, la diffida di Milan Skriniar e una formazione di tante seconde linee, strappano tre punti d’oro con Matteo Politano e Roberto Gagliardini. Si arriva al derby, le cui valutazioni della vigilia sono viziate inevitabilmente dalla brutta prestazione nerazzurra nel ritorno degli ottavi di Europa League contro l’Eintracht Francoforte. In molti, però, dimenticano lo stato di piena emergenza di quella versione europea dell’Inter che vede perfino Stefan de Vrij, sempre tra i migliori in stagione, commettere l’errore decisivo. Ieri, in un certo senso come all’andata quando gran parte degli organi di stampa presentava il derby come una sfida tra mera fisicità nerazzurra e bel gioco rossonero finalizzato da Gonzalo Higuain, forse qualcuno l’avrà dimenticato, i pronostici pendevano da parte rossonera. I nerazzurri però, complice la mossa a sorpresa di Spalletti con Matias Vecino di fatto trequartista e autore del gol che indirizza subito il derby verso la Nord, scendono in campo come vendicatori della notte di Firenze e fanno dimenticare tutte le problematiche extra campo (che porteranno a drastiche decisioni a fine stagione) con una prestazione che può valere la spinta decisiva per la prossima Champions.
2-3 CON D’AMBROSIO NEL DESTINO – L’Inter scesa in campo nel derby è quella squadra grintosa, rabbiosa e orgogliosa che non ci sta ad accettare di rischiare il posto Champions e che sa di essere già virtualmente davanti al Milan, per quei due punti indebitamente tolti da Abisso. Sarà un caso, ma il risultato finale è 2-3, esattamente quello che sarebbe spettato la notte di Firenze. Quella notte, il petto di D’Ambrosio avrebbe procurato un calcio di rigore assurdo. Ieri notte, invece, il suo salvataggio sulla linea di porta sul tiro a botta sicura di Patrick Cutrone al 96′ con tanto di mani vistosamente dietro la schiena è il simbolo della vendetta nerazzurra. Il simbolo dell’Inter che cambia il corso degli eventi.
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