Editoriali

Messi fa parlare “separando” il progetto Inter in 2 direzioni opposte. Quale LM10?

Messi si aggiunge all’elenco degli argomenti impossibili da trattare durante la settimana che porterà a Inter-Milan. Altro che Sanremo 2020, il mercato estivo ha già preso piede e di questo passo frenare le voci diventerà incontrollabile. A tempo perso, vale la pena approfondire un paio di questioni legate al tema odierno. Sognare sì, ma con cautela

MAL DI BARÇA – Il 31 gennaio si è chiusa la finestra di mercato invernale. Il 1° luglio si aprirà quella estiva. Nel mezzo cinque mesi pieni di calcio giocato… sì, magari. Già oggi, nella prima settimana post-mercato di gennaio, si parla di possibili acquisti per la stagione che verrà. E che acquisti! La suggestione del giorno (vedi articolo, ndr) arriva dalla Spagna, precisamente dalla Catalogna. A Barcellona c’è un tale Lionel Messi scontento. Pronto a lasciare la città in cui vive da vent’anni. La società che gli ha permesso di essere quello che è oggi, il numero uno al mondo. La squadra con cui – e grazie a cui – ha vinto tutto. Addirittura a parametro zero, sfruttando una clausola nel contratto. Così, senza motivo. Così, senza rispetto. Scenario possibile nel calcio moderno ma niente di più vicino all’utopia, oggi. Il mal di pancia di Messi ha nomi e cognomi, da sempre. E si risolverà con soldi e sponsor, come sempre. Però non va escluso il tema mercato, quello mai. Anche se questo mal di barça della stella argentina appare molto strategico.

SOGNO INTER – Ipotizzando che domani mattina (c’è tempo fino a giugno, non c’è fretta…) Messi si svegli e decida di dire addio al Barcellona, rinunciando alla ricca proposta di rinnovo pensata appositamente per lui, non ci sarà niente e nessuno a fermarlo. A quel punto bisogna ipotizzare – come già fatto – le pochissime squadre in cui potrebbe approdare per strappare l’ultimo ricchissimo contratto della sua carriera agonistica. Fuori dalla Spagna, ma pur sempre in Europa. La meta francese Paris Saint-Germain è quella più scontata per ovvi motivi, soprattutto se l’amico-nemico Neymar Jr fa il percorso inverso. La meta inglese Manchester City è la più romantica per via della presenza di Pep Guardiola, sponsor numero uno dell’argentino. Non ce ne voglia il Napoli, ma in Italia il romanticismo del Diego Maradona-bis regge poco. E visto l’investimento economico fatto sul competitor diretto Cristiano Ronaldo, anche la Juventus è tagliata fuori. In Italia solo l’Inter della ricchissima proprietà Suning può sognare Messi. Una banalità nota a tutti. Un sogno, già.

CR7 NERAZZURRO – Continuiamo ad andare per ipotesi, sfruttando appieno la traccia dataci oggi. Messi sceglie il progetto Inter. Proprio come fatto da Romelu Lukaku in estate e da Christian Eriksen un paio di settimane fa. Ci sta, perché no? Tralasciando la spesa per il cartellino (l’ipotesi “parametro zero” regge poco, tra cifre simboliche e commissioni necessarie), bisogna approfondire l’aspetto ingaggio. Partendo da quelli di Eriksen e Lukaku, quello di Messi andrebbe moltiplicato per quattro-cinque volte. Più bonus. Sostenibile? Alt. Oggi no. Suning o non Suning, oggi no. Domani forse. Ma oggi no. A Torino Beppe Marotta non ha messo la firma sull’azzardo Cristiano Ronaldo, il resto è storia recente. Perché farlo a Milano? Prendere Messi significherebbe saltare almeno quattro-cinque step di crescita nel progetto di rinascita calcistica e finanziaria dell’Inter. Un azzardo che potrebbe anche pagare nel breve periodo, ma in questi casi si pensa prima al lungo periodo. L’Inter post-Messi, senza avere le garanzie giuste per fare questo salto, verterebbe in condizioni più drammatica dell’Inter pre-Suning. Conviene ancora? Forse Messi conviene sempre, ma nello sport business decide il bilancio, non il cuore. Il “CR7 nerazzurro” purtroppo ha tempistiche diverse.

QUALE DI DUE LM10 – Tornando con i piedi per terra, il fil rouge del progetto interista ha già un brand da valorizzare. Sì, perché l’acquisto di Messi – come quello di Cristiano Ronaldo – andrebbe ben oltre il discorso calcistico. Il rettangolo di gioco è solo la scusa per portarsi a casa un fuoriclasse simile, ciò che smuove all’esterno è molto più ingente. Un boost vivente di fatturato. L’Inter però ha scelto la strada di “costruirsi” un “nuovo Messi” (blasfemia, oggi) in casa, andando a investire direttamente in Argentina. Il colpo Lautaro Martinez nasce poco meno di due anni fa con l’idea di costruirgli intorno la nuova Inter. Anche per questo si è deciso di sacrificare l’amico-connazionale Mauro Icardi, ingombrante tatticamente e non solo. Anche per questo, anzi, soprattutto per questo il Barcellona vuole Lautaro Martinez come erede di Messi. Prima insieme, poi al suo posto. Ed è per questo che il numero 10 nerazzurro è destinato a diventare tale anche nella Nazionale Argentina. Perfino le iniziali sono identiche. L ed M con il 10, LM10. Un brand. Oggi l’LM10 dell’Inter è Lautaro Martinez, per far sì che diventi Lionel Messi bisognerebbe sacrificarlo (plusvalenza importantissima…). Ergo: credere che i due LM possano giocare insieme a Barcellona o Milano così come fanno in nazionale sembra la vera utopia di questo mercato. L’Inter ha due strade davanti a sé e può scegliere qual è la più “conveniente” per il suo progetto. Ma tanto alla fine a scegliere sarà Messi, non le altre parti coinvolte (Barcellona, Inter e Lautaro Martinez).

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