Editoriali

Marotta-Conte, pochi colpi e tante conferme? Tutt’altro: è rivoluzione Inter!

Iniziano a circolare tra i media le prime ipotesi sulla nuova Inter targata Beppe Marotta e Antonio Conte, una delle quali vorrebbe la riconferma quasi in blocco della rosa attuale e la semplice aggiunta di pochi tasselli (QUI per leggerne una). Niente di più sbagliato. Analizziamo nel dettaglio perché il mercato estivo dell’Inter non sarà costituito da semplici puntelli ma da una vera e propria ventata d’aria fresca, con l’obiettivo di costruire le basi della squadra che nei prossimi 3 anni dovrà competere per sollevare finalmente trofei rispolverando la bacheca nerazzurra intatta dal 2011

RIVOLUZIONE PER VINCERE – Nell’esatto momento in cui Suning ingaggia Antonio Conte (domani l’annuncio ufficiale), l’asticella si posiziona un gradino più in alto e l’obiettivo passa da “qualificazione in Champions League” a “competere per vincere”. Conte, mosso dall’ambizione, ha scelto il progetto che gli possa consentire di vincere, accanto all’Amministratore Delegato Sport Beppe Marotta, plasmando la sua nuova squadra a suo piacimento. Per questo molti elementi della rosa nerazzurra nata nel 2015 con Roberto Mancini in piena fase transitoria sono a fine ciclo, chi per motivi tattici (si registrerà un netto cambio di sistema di gioco) chi per motivi ambientali e motivazionali: toccò già all’ottimo Luciano Spalletti accontentarsi di valorizzare il materiale umano retaggio di Inter disastrate. Ora, grazie alla transizione positiva del tecnico di Certaldo, si entra in una dimensione nuova. Il che non significa che il bilancio nerazzurro sarà in passivo di centinaia di milioni – il Financial Fair Play non sparisce -, ma che in virtù di cessioni (e quindi incassi) sempre evitate nelle precedenti gestioni i margini di manovra interisti saranno ben più ampi di quelli del 2017 e 2018. Senza contare le entrate derivate dalla qualificazione in Champions, l’aumento progressivo del fatturato, l’uscita dal regime restrittivo del Settlement Agreement e l’appeal di cui gode un tecnico come Conte verso calciatori di profilo internazionale.

CHI PARTE – Sono 8 i calciatori sui quali l’Inter non fa più affidamento: Sime Vrsaljko tornerà all’Atletico Madrid dopo l’operazione al ginocchio e Cedric Soares al Southampton dopo aver tappato d’emergenza la falla del croato a gennaio. Joao Miranda verso la definitiva richiesta di cessione dopo essere stato vicino all’addio l’estate e l’inverno scorsi, Dalbert diretto in Ligue 1 o in Bundesliga dopo il biennio flop esattamente come Joao Mario che può avere mercato anche in Premier League. Borja Valero, approdato in nerazzurro in concomitanza con l’arrivo di Spalletti che lo aveva fortemente voluto, non dovrebbe rispettare l’ultimo anno di contratto ma chiudere la carriera altrove. Keita Balde farà ritorno al Monaco, resta una flebile speranza di inserire alcuni calciatori nerazzurri (Miranda, Joao Mario e Antonio Candreva) per abbattere la valutazione di oltre 30 milioni di euro, ma allo stato attuale delle cose il senegalese è da considerarsi fuori dall’Inter. Infine Mauro Icardi, l’argentino non rientra più nei piani della società: Beppe Marotta ha stoppato ogni discorso sul rinnovo di contratto in scadenza tra due anni e, aldilà dei problemi extra campo causati dagli atteggiamenti egocentrici e dalle esternazioni di Wanda Nara fino ad arrivare ai 50 giorni in infermeria dopo la questione fascia, Antonio Conte non lo ritiene il centravanti ideale per il suo gioco.

CHI RISCHIA – 5 sono invece i giocatori in attesa di giudizio: Roberto Gagliardini balla tra l’inserimento come contropartita in scambi che possano capitare durante la sessione e un posto da riserva nel caso in cui Conte ne apprezzasse le doti fisiche e d’inserimento, Matias Vecino invece ha più mercato dell’italiano e in caso di offerta congrua potrebbe essere ceduto per fare cassa. Radja Nainggolan è di fatto blindato da un costo a bilancio elevato, ma servirà un grande lavoro di gestione e professionalità da parte sua per entrare nelle grazie di Conte che ne apprezza le doti dai tempi di Juventus e Chelsea: arrivasse un’offerta folle dall’estero verrebbe presa in considerazione. Ivan Perisic voleva lasciare l’Inter nell’estate 2017 e nel gennaio scorso, ma la sua duttilità e la sua forza fisica sono ritenute preziose da Conte che potrebbe anche impiegarlo come quarto di centrocampo: il croato può restare, ma qualora si palesasse l’occasione di uno scambio con club inglesi o quell’offerta che non è arrivata a gennaio questa volta sarebbe libero di andare come da politica Marottiana. Per finire, le quotazioni di una permanenza di Candreva restano basse ma in rialzo con l’arrivo di Conte: in mancanza di offerte, il numero 87 potrebbe essere ritenuto all’altezza per ricoprire il ruolo di esterno destro.

CHI RESTASamir Handanovic sarà il portiere titolare anche nella prossima stagione, con Daniele Padelli e Tommaso Berni ancora una volta confermati con tanto di rinnovo annuale e in attesa di individuare il portiere del futuro (Ionut Radu dovrebbe essere nuovamente girato in prestito). Stefan de Vrij e Milan Skriniar inamovibili e incedibili pilastri difensivi su cui costruire le fondamenta di un’Inter di ferro, con Andrea Ranocchia nel pacchetto di centrali di riserva. Kwadwo Asamoah disputerà la seconda stagione in nerazzurro con l’idea di centellinarne le presenze aumentandone così il rendimento come negli ultimi tempi bianconeri, impensabile possa fare il fluidificante per tutta la stagione come nella Juve di Conte dal 2012 al 2014. Danilo D’Ambrosio rimarrà come jolly della difesa pronto ad adattarsi anche come terzo centrale, Marcelo Brozovic è il punto di partenza del centrocampo interista e a meno di offerte sconvolgenti (o pagamento della clausola di risoluzione da 60 milioni) resta al suo posto ad attendere importanti rinforzi a facilitarne il gravoso compito dell’ultimo anno e mezzo. Lautaro Martinez e Matteo Politano, che sarà riscattato dal Sassuolo e agirà da seconda punta, rappresentano le due certezze del reparto offensivo della nuova Inter di Conte in attesa di due grandi colpi a completare il pacchetto.

CHI ARRIVA – In base all’elenco dei sicuri partenti, si evince che i conseguenti arrivi dovranno essere almeno 7: Diego Godin per Miranda a blindare ulteriormente una rosa di centrali invidiati da tutta Europa, Edin Dzeko che è un pupillo di Conte ed è vicino ad accasarsi finalmente in nerazzurro (lo voleva Mancini nel 2015) dove andrà ad occupare la casella lasciata libera da Keita. Ma il bosniaco è destinato ad arrivare a prescindere dalla risoluzione della vicenda Icardi, il cui posto verrebbe preso da Romelu Lukaku – altra esplicita richiesta di Conte, che lo voleva sia alla Juventus che al Chelsea – o da una qualsiasi altra contropartita dell’acquirente interessato (il pensiero va a Paulo Dybala, per cui Marotta stravede). Vrsaljko e Cedric vanno considerati come casella unica, difficile pensare a un terzino destro naturale come rimpiazzo essendoci già D’Ambrosio: nel 3-4-3 o 3-5-2 di Conte mancherebbe il tornante, c’è l’idea Victor Moses che al Chelsea in quella posizione aveva dato il meglio di sé. Si attendono poi due investimenti corposi per rinforzare il centrocampo, pronto ad accogliere Nicolò Barella entro il 30 giugno con tanto di plusvalenze da mettere a bilancio col Cagliari. Nelle intenzioni dell’area tecnica interista, il talento sardo dev’essere accompagnato da un profilo di livello internazionale da stabilire anche in base alle occasioni che si presenteranno. Può servire anche uno specialista della fascia sinistra, il Marcos Alonso della situazione. 7 innesti, che aumenteranno a seconda dei calciatori nerazzurri in bilico che verranno valutati da Conte a partire dal ritiro di luglio a Lugano: per ognuno che lascerà l’Inter, ne arriverà un altro. In caso di partenza di Perisic arriverà un altro esterno, in caso di bocciatura di Gagliardini un terzo centrocampista e così via.

L’ESTATE DELLA SVOLTA – Insomma, non siamo certo di fronte a una rosa da puntellare solamente. C’è una base di partenza, ottima in punti cardine come i difensori centrali, ma pur sempre una base da perfezionare e “rivoluzionare” in qualità: lo sa Marotta, lo sa Conte e lo sa Suning. Per cui, “voli pindarici” (in riferimento all’articolo sopra citato) no ma legittime aspettative di ritrovarsi tra tre mesi con una squadra importante e rinnovata sì.

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