Lukaku, ingiustizia è fatta! Il grande paradosso all’italiana (normale)
Lukaku rimane l’unico punito dei fattacci di Torino in Juventus-Inter dello scorso 4 aprile. L’Italia ha perso l’ennesima grande occasione
OCCASIONE PERSA − Ingiustizia è fatta! La Corte d’Appello ha rifiutato il ricorso dell’Inter in merito alla squalifica di Romelu Lukaku. L’attaccante belga, vessato dai cori razzisti durante l’andata della semifinale di Coppa Italia contro la Juventus a Torino, salterà il ritorno al Meazza. Il belga, che si era beccato la doppia ammonizione per aver esultato dopo il rigore, rimane dunque l’unico punito dei fattacci dell’Allianz Stadium. Altro che giustizia, uguaglianza e lotta al razzismo. L’Italia ha perso l’ennesima grande occasione. L’imbarazzo al mondo è servito! L’impresentabilità del ricorso era già stata declamata e affermata, in quanto il Codice di Giustizia Sportiva dà come automatica una giornata per ogni espulsione, anche se inventata. Ma si poteva e si doveva fare di più. Da vittima, Lukaku è praticamente diventato carnefice, il colpevole e in quanto tale l’unico punito. Due pesi due misure. L’Italia, che all’esterno si fa bella e solidale con tanto di campagne contro il razzismo per valorizzare l’uguaglianza, non riesce però a nascondere il suo volto ipocrita e anomalo. Il grande paradosso: i carnefici – la curva della Juventus (da 50-60 persone o migliaia, poco importa) – perdonati, la vittima – l’insultato Lukaku – punito.
Lukaku punito, curva aperta: normalità
UN PAESE NON NORMALE − L’Italia doveva dare un segnale, una vera risposta. E invece no, alla fine della fiera il risultato rimane sempre invariato: finisce tutto in tarallucci e vino. Immobilismo e nessun segno di anticonformismo contro il brutale conformismo razzista presente ancora negli stadi italiani. E però ci si indigna immediatamente se viene chiusa un’intera curva, giustificando l’ingiustificabile con il solito ‘così fan tutti’. Ma se lo fanno pure a Roma… In un mondo normale e che odia ogni forma di discriminazione, la curva della Juventus così come tutte le altre curve razziste (indistintamente dal tifo) dovevano essere chiuse e punite. In un mondo normale e ugualitario, la squalifica a Lukaku era da revocare. Tutti segnali forti verso un’unica direzione: NO al razzismo. Ma l’Italia non è un mondo normale.