Editoriali

Lukaku è l’anti-Icardi ideale per l’Inter di Conte che vuole tornare a vincere

Lukaku è pronto a prendere l’eredità di Icardi in campo, aspettando anche la “concessione” della sua maglia numero 9, ma bisogna guardare fuori per capire davvero il colpo che ha messo a segno l’Inter. Per Conte e per le nuove ambizioni della società

BENVENUTO IN ITALIA, ROMELU – Per un calciatore avere la stampa a favore è indice di curriculum importante che rende facile e scontato parlare di grande colpo. Avere la stampa avversa, invece, è lo stimolo necessario per far dimostrare ai fuoriclasse di essere tali. L’esperienza italiana di Romelu Lukaku inizia nel modo più paradossale possibile, ma non c’è da meravigliarsi: fenomeno quando viene dato come prossimo a firmare per la Juventus su precisa richiesta di Cristiano Ronaldo (ma perché poi?), attaccante normale quando l’Inter lo ufficializza. Buono sì, ma strapagato. Forte sì, ma c’è di meglio. Fisico sì, ma anche grasso. Uno scarto del Manchester United per alcuni. Addirittura uno scarto della Juventus per altri (ma perché poi? – Parte II). Il colpo di genio è sostenere che il prezzo finale si è alzato dopo l’inserimento bianconero nella trattativa, nonostante sia sceso di circa 25 milioni di euro cash (15 considerando anche i bonus), oppure negare il tentativo fatto a Torino per “beffare” l’ex Beppe Marotta, abile stratega del calciomercato pur mandando in avanscoperta gli altri. Insomma, fantasia al potere per parlare di tutto fuorché di calcio e fare informazione in maniera corretta. Eppure Lukaku in carriera ha dimostrato, senza l’aiuto di nessuno, di poter essere considerato – nel suo piccolo – un numero uno. Siccome non interessa a nessuno fare il gioco basato sull’elencazione di vari dati per cercare di portare il pubblico verso una verità propria che non è assoluta, preferisco focalizzarsi sul personaggio Lukaku (per le statistiche da record del Lukaku calciatore consiglio di documentarsi diversamente sul web). E su cosa può davvero rappresentare oggi per l’Inter.

NUOVO NUMERO 9 PER CONTE – Bisogna partire da un punto focale. L’Inter non ha bisogno di un centravanti perché ha già in rosa il miglior numero 9 d’Italia, probabilmente sul podio tra quelli in circolazione. Dicembre 2018. Sono passati esattamente otto mesi da quando Mauro Icardi ha smesso di essere il centravanti dell’Inter. Evito di tornare su storie già note (e in alcuni casi meno note…), ma è fondamentale accettare una verità purtroppo assoluta e di difficile digeribilità: Icardi da numero 9 ha finito la sua avventura all’Inter. Questo prima dell’arrivo di Antonio Conte, che lo avrebbe anche messo nelle condizioni di (ri)fare altri trenta o anche quaranta gol a stagione. Capito ciò, si può discutere dell’eredità. E qui entra in gioco Lukaku, che fino a ieri pomeriggio era il miglior profilo sul mercato nel ruolo di prima punta. Classe ’93 proprio come Icardi, come Harry Kane che rappresenta il modello di riferimento nel ruolo (ma non ha prezzo per il Tottenham), come Paulo Dybala che ha caratteristiche complementari da seconda punta e che formerebbe una coppia d’oro con tutti i suoi coetanei. Un ventiseienne nel pieno della sua carriera (vedi focus), ma con l’esperienza del veterano: Lukaku è un giovane-vecchio, praticamente il profilo ideale per il calcio di Conte. Calciatore fatto e finito, ma con tanto da dare in campo. E fuori.

LUKAKU ANTI-ICARDI IDEALE – La differenza principale tra Lukaku e Icardi non è nelle caratteristiche tecniche, perché alla fine la punta centrale deve segnare. Se ti sacrifichi per la squadra e segni trenta gol oppure stai fermo in area di rigore e segni trenta gol, non cambia nulla (per le statistiche…). Un allenatore è in grado di capire in che modo mettere nelle condizioni di (far) segnare il proprio centravanti, e Lukaku sicuramente non ti garantisce più gol di quelli che ti avrebbe garantito Icardi in condizioni normali. Il salto di qualità che ti fa fare Lukaku è tutto nella testa. L’attaccante belga a 26 anni non può essere ancora definito un vincente nel calcio, pur avendo vinto un paio di trofei in più rispetto a Icardi (fermo a zero…), ma nella vita ha già vinto tutto: ha fame di primeggiare mettendosi a disposizione del tecnico e dei propri compagni, rispettando gli avversari e mantenendo un profilo molto poco “mediatico” per l’opinione pubblica. Icardi ha bisogno di sentirsi primadonna in campo pur di lottare per i propri obiettivi personali, sempre messi davanti a quelli della squadra (ricordate Inter-Eintracht Francoforte? La ciliegina sulla torta…), mentre Lukaku si esalta nel ruolo di gregario, come tanti altri, magari con l’abilità di poter essere decisivo con i suoi gol. Oggi, però, si parla solo di milioni spesi, di polemiche futili e di argomenti extra calcio che mirano a screditare il neo acquisto dell’Inter, ritenuto un folle e inutile downgrade tecnico rispetto all’ex capitano bomber. Un quadretto imbarazzante. Alla fine, però, sarà sempre il campo a parlare: Lukaku dovrà dimostrare a suon di gol di valere la cifra spesa dall’Inter, ma sa anche che gli basterà alzare un solo trofeo a Milano per aver fatto più di “Mister 124 gol” Icardi. Che resta un centravanti fortissimo, ma da oggi l’Inter ambisce nuovamente a vincere trofei. Con Conte in panchina. E con un nuovo numero 9 in area di rigore: Lukaku è l’anti-Icardi ideale per l’Inter di Conte che vuole tornare a vincere, anche se oggi in Italia è più facile fare polemica per alimentare la macchina della disinformazione. Buona fortuna, Romelu.

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