Juventus-Inter, Marotta batte ancora Agnelli: a Torino senza pubblico
Juventus-Inter si giocherà per il secondo anno, e per la terza volta di fila, a porte chiuse. Il nastro bisogna riavvolgerlo a marzo 2020, quando Marotta ebbe la meglio su Agnelli e sul presidente di Lega.
POTERE NERAZZURRO – In Juventus-Inter dell’8 marzo 2020 andava in scena una pagina vergognosa per il calcio italiano e la Serie A. La partita si doveva giocare una settimana prima, l’1 marzo, poi lo scoppio della pandemia e i primi rinvii. Fra questi anche il match di Torino, che (lato bianconero) si provò a giocare a porte aperte cercando qualche scappatoia nonostante il pericolo crescente. Fu l’abilità di Giuseppe Marotta ad avere la meglio, su Andrea Agnelli e soprattutto il presidente di Lega, Paolo Dal Pino. Col quale Steven Zhang non fece certo amicizia (vedi articolo). Ma quale altro “vantaggio” si è avuto dalle porte chiuse? Evitare gli inevitabili fischi e non solo all’allenatore nerazzurro Antonio Conte. Un anno e due mesi dopo nulla è cambiato con la sfida scudetto (o forse no) che si giocherà ancora senza la spinta dei quarantamila dell’Allianz Stadium.
CAMBIAMENTI – Ne è passato di tempo dall’8 marzo 2020. Lì in lockdown erano, da poco, solo la Lombardia e 14 province del nord Italia, qualche giorno dopo “per coprire Marotta” tutto il Bel Paese. Oggi, 15 maggio 2021, ci sono ancora delle restrizioni tra cui – inspiegabilmente – le partite di calcio. Ora, però, guardiamo al futuro con ottimismo e non con la paura dell’ignoto come marzo 2020. C’è un nuovo Primo Ministro a dettare riaperture e non chiusure, abbiamo dei vaccini per sconfiggere il Coronavirus e ci avviamo verso un estate (forse) normale. In ambito calcistico invece, tutto come nel 2020. Marotta e Conte torneranno a Torino senza ricevere fischi da ex e con un “match scudetto” da giocare senza la carica dei tifosi bianconeri. Un bel vantaggio per l’Inter che dovrà difendere i sedici punti di vantaggio a due giornate dalla fine della Serie A 2020/2021. Basterà per vincere?
N.B.: l’editoriale contiene la giusta dose di ironia per sdrammatizzare anche su temi che, da quindici mesi, dominano la quotidianità e influenzano inevitabilmente il mondo del calcio.