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Inzaghi tra dogmi e improvvisazione. La svolta Inter passa dal coraggio

Simone Inzaghi è alle prese con un avvio di stagione problematico all’Inter. Diversi errori si possono imputare al mister. Ma ora è necessario trovare la svolta, nelle motivazioni e nel gioco.

PRANZO DI TRAVERSO – Il lunch match tra Udinese e Inter era iniziato nel migliore dei modi. Con una punizione meravigliosa di Nicolò Barella pennellata all’incrocio, che vale il vantaggio dopo appena cinque minuti. Ma le belle notizie per i nerazzurri si fermano qui. Perché poi arrivano solo errori, da parte dei giocatori e ovviamente anche di Simone Inzaghi. E non ci riferiamo tanto al doppio cambio alla mezz’ora del primo tempo. Nel terzo 3-1 stagionale subito dall’Inter, si sono visti diversi errori ormai endemici di questo avvio di stagione. Ed è ora di risolverli.

Inzaghi, 3 (+1) errori recidivi in questa Inter

PREPARAZIONE SBAGLIATA – I più ottimisti minimizzavano i risultati negativi raccolti dall’Inter prima dell’inizio della stagione. Ma col senno di poi, è palese come quelle fossero le prime avvisaglie di alcuni problemi che gli uomini di Inzaghi stanno ancora avendo. Problemi che hanno una duplice naturaatletica e tattica. Diversi giocatori dell’Inter sembrano ancora in ritardo di condizione, onestamente inaccettabile ad oltre un mese dall’inizio della stagione. E ancora non si vede un’idea di gioco chiara. La squadra sembra una lontanissima parente di quella che giocò il miglior calcio d’Italia tra novembre e dicembre 2021. La trama di gioco è debole, e non sembrano esservi schemi e situazioni abbastanza codificati da poter essere usati all’occorrenza per trovare sicurezza e cambiare inerzia alla gara. E questo di riflette in una gestione della gara spesso nevrotica, che dalla panchina si trasmette al campo.

IMPROVVISAZIONE – Da un punto di vista tattico, Inzaghi sembra davvero poco lucido in molte delle scelte effettuate in questo primo mese. Anche nella preparazione delle partite. Non è infatti possibile che diverse gerarchie in campo non siano ancora definite. Sulla catena di sinistra c’è ancora grande indecisione tra Alessandro Bastoni e Federico Dimarco, per non parlare della gestione cervellotica di Robin Gosens. E anche l’utilizzo di Roberto Gagliardini, a prescindere dal minutaggio, non trova spiegazioni logiche. Inzaghi sembra ancora alle prese con una serie di esperimenti, di cui però non si capiscono le ipotesi di partenza, né tantomeno i risultati finali.

DOGMATISMO –  A tutto ciò si aggiunge poi un elemento genetico di Inzaghi. Ossia la gestione dei cambi che sfiora il dogmatismo. Rispetto alla scorsa stagione è scomparso l’elemento cronologico (almeno un doppio cambio dopo un’ora di gioco). Ma è rimasto il timore verso i giocatori dell’Inter già ammoniti, come visto anche a Udine. Oltre alla presa in considerazione quasi esclusiva di cambi ruolo su ruolo, spesso senza apparenti motivi di stanchezza. Cambi quindi che a malapena portano forze più fresche in campo, senza che venga considerato il differente livello tecnico.

Inzaghi e Inter, nessun dubbio ma solo un obiettivo

UNIONE D’INTENTI – In conclusione, Inzaghi sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua carriera, di sicuro il peggiore da quando allena l’Inter. Ma c’è un fattore che nessuno deve sottovalutare. Né i tifosi, né i giocatori stessi. La società supporta totalmente l’allenatore. E Beppe Marotta stesso si è espresso in più di un’occasione a sostegno del tecnico. Senza lasciare spazi a dubbi o incrinature. Ma questo non deve dare a Inzaghi l’alibi per non prendersi responsabilità. Semmai il contrario. Forte dell’appoggio societario, il tecnico deve mostrare coraggio e personalità. Anche a costo di prendere decisioni forti (l’enigma del doppio portiere andrà risolto, prima o poi). L’Inter deve arrivare nelle prime quattro in campionato, e tutti devono remare in questa direzione. L’obiettivo è più che alla portata di una delle tre rose più forti della Serie A. Non vi sono quindi motivi per nevrosi, crolli psicologici né tantomeno insicurezze. Inzaghi e l’Inter devono liberarsi da questi demoni.

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