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Inzaghi, basta 3-5-2 e cambi fra i difensori! Certe sue scelte affossano l’Inter

Dieci sconfitte in ventotto giornate sono troppe e inaccettabili per l’Inter. Non può essere solo Inzaghi il problema, ma anche lui deve capire che non si può continuare così. E certe scelte sanno molto di autolesionismo e di volontà di non cambiare mai una linea che al momento si sta rivelando perdente.

UN FALLIMENTO – La stagione dell’Inter, a oggi 2 aprile 2023, è un disastro. Questo nonostante l’accesso in semifinale di Coppa Italia e ai quarti di Champions League, che Simone Inzaghi ha ritenuto un traguardo straordinario ma che traguardo non è di certo (mica si vince il trofeo “quarti di finale di Champions League”). Le dieci sconfitte in ventotto giornate di Serie A e i primi quattro posti in bilico sono un fallimento inaccettabile per una squadra del genere. Col rischio, senza la prossima Champions League, di vedere ulteriormente compromessa la situazione societaria (leggasi alla voce “mancati introiti”). In questo rientrano gli errori di tutti: proprietà, dirigenti, allenatore e staff tecnico, giocatori. Nessuno escluso. Con Inzaghi che, essendo pagato per questo, è chiamato a trovare soluzioni alternative.

INSENSATO – A Inzaghi, da Inter-Fiorentina di ieri, bisogna dare tante colpe. Non tutte: certo non è causa sua se Henrikh Mkhitaryan e Romelu Lukaku sbagliano gol fatti. Ma alcune evidenti sì. Una di queste è la sua fissazione a giocare sempre con cinque difensori (gli esterni sono formalmente difensori…) anche in svantaggio. Peraltro con l’Inter che si trova spesso squilibrata e spaccata in due ogni volta che perde il pallone, situazione su cui la Fiorentina ha banchettato dal 1′. Il cambio Stefan de Vrij per Alessandro Bastoni al 63′ sullo 0-1 non ha senso logico in tutte le nazioni del mondo, senza se e senza ma. Ed è l’ennesima volta che lo fa difensore centrale per difensore centrale, anche sotto di un gol. Inzaghi abbia il coraggio di cambiare modulo, o dall’inizio o a gara in corso: tutti hanno capito come gioca l’Inter, l’ha ammesso anche Pietro Terracciano (vedi articolo).

SQUADRA PREVEDIBILE – Ormai è facile prevedere le partite dell’Inter di Inzaghi. Tanto inutile possesso palla, anche ieri (vedi articolo), gioco sulle fasce, pochi inserimenti da dietro, troppi gol facili sbagliati pur creando tanto e troppi gol subiti pur concedendo meno. Aver subito trentadue reti in ventotto giornate è un dato inaccettabile, il settimo (a ora) del campionato. Che non ci sia un giocatore in grado di saltare l’uomo è ormai noto, tanto che ci si sorprende quando Raoul Bellanova arriva sul fondo e ci si dispera vedendo Denzel Dumfries lisciare davanti al portiere. Ma manca anche il giocatore in grado di dare l’inventiva. Quello che Marcelo Brozovic sembra non essere più. E, pure qui, dovrebbe essere l’allenatore a trovare qualcosa di diverso ma la sensazione è che Inzaghi vada avanti nel suo “binario”. Di impostazione, formazione, scelte, gioco e cambi prevedibili.

CAMBI NECESSARI – A Inzaghi, da martedì in poi, si chiedono novità. Qualcosa che gli avversari non si aspettano, forse nemmeno i tifosi (come variare dal 3-5-2, che tutti hanno capito come neutralizzare). Perché la Juventus in campionato ha vinto due volte su due, con Massimiliano Allegri che ha dimostrato di saper incartare il rivale come vuole. L’Inter non può permettersi un’altra sconfitta, anzi: non può permettersene altre da qui a giugno. Peccato che, continuando su questa linea, è impossibile non ne arrivino altre. Certe scelte anche di formazione (vedi il turnover con Samir Handanovic, o insistere sull’altrettanto fallimentare Joaquin Correa, o non mettere quasi mai Kristjan Asllani…) vanno cambiate, subito. Ora per il bene dell’Inter si facciano cose “nuove” e “intelligenti”. Altrimenti tutti avranno fallito. E in questo caso (speriamo di no…) per Inzaghi finire come Julian Nagelsmann al Bayern Monaco, esonerato pur in alto in classifica, non sarebbe sorprendente.

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