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Inter, parte la Fase 5 targata Suning o solo Marotta? Ora i rinnovi a progetto

L’Inter va avanti per la sua strada che, seppur complicata, può vedere una svolta al di là del bivio che potrà essere raggiunto a breve. Le parole di Zhang a garanzia del progetto Suning sono nulle senza il rinnovo di Marotta (e non solo), che può comunque rappresentare la certezza nerazzurra a prescindere dalla proprietà. Ripercorriamo la recente cronistoria

FASE 1 – L’Era Suning per l’Inter inizia nel 2016, quando parte la Fase 1. Possiamo definirla quella dell’Insediamento. Guardando solo il lato tecnico, saluta Roberto Mancini (l’ultima eredità di Massimo Moratti). Arriva e salta subito Frank de Boer (l’ultima eredità di Erick Thohir). Arriva e salta quasi subito Stefano Pioli, che è un po’ l’emblema del caos nerazzurro nella stagione di transizione e cambio di proprietà. Con Stefano Vecchi a traghettare in entrambe le emergenze. L’Inter sul mercato acquista – attraverso l’intermediario Kia Joorabachian – ma lo fa male (Joao Mario e Gabigol). Come a voler dire: i soldi ci sono ma le idee no. Un fallimento annunciato ma utile a impostare meglio il lavoro futuro, partendo proprio dalle ceneri dell’Inter che fu.

Suning, un passo alla volta: dal caos all’ordine

FASE 2 – Nel 2017 è già tempo del secondo step. La Fase 2 è quella della Rinascita. Sulla panchina arriva Luciano Spalletti, che ha il compito di riportare l’Inter in Champions League. E ci riesce. Il progetto è biennale. Gli viene consegnata un’Inter da settimo posto (cioè fuori anche dalla zona Europa League) e la trasforma in un’Inter da quarto posto. L’Inter non ha ancora potere di acquisto, ma il Direttore Sportivo Piero Ausilio riesce a programmare annualmente operazioni che non prevedono riscatto (Joao Cancelo e Rafinha). Qualcosa va bene, altro meno. Non esiste ancora la parola “vittoria” sul vocabolario di Suning, ma la Milano nerazzurra capisce che qualcosa sta cambiando. Tornare nell’élite europea è il primo passo verso il recupero dello status di top club, che l’Inter ha abbandonato – malamente – nel 2011. Si inizia a vedere la parvenza di una progettualità, pur considerando Spalletti alla stregua di un traghettatore di lusso.

Inter, il primo grande investimento: l’acceleratore Marotta

FASE 3 – Il 2019 è l’anno della svolta, perché viene “forzato” il salto di qualità. Il progetto sportivo, da poco passato nelle mani dell’Amministratore Delegato Sport Beppe Marotta, prevede la Fase 3 immediata senza altri inutili temporeggiamenti: è il momento dell’Affermazione. Non è un caso che l’Inter vada all-in su Antonio Conte, che mette la propria la firma sulla fase conclusiva del post-Spalletti: riportare l’Inter a vincere nel giro di un triennio. L’obiettivo è invertire le gerarchie in Italia, creando un ciclo vincente dopo aver bloccato il dominio della Juventus. L’Inter può finalmente permettersi delle scelte strategiche sul mercato, sia in entrata sia in uscita (Christian Eriksen e Mauro Icardi). Le negative conseguenze finanziarie legate al Covid-19 (soprattutto per la proprietà Suning in Cina…) complicano i piani, riducendo il periodo a disposizione di Conte: lo Scudetto arriva un anno dopo aver perso la finale di Europa League. E finisce così, in fretta. L’Inter torna relativamente grande in Italia ma resta piccola in Europa. Nel frattempo nel mondo – e non solo quello del calcio – è cambiato tutto. In peggio.

Inter, il primo passo indietro: l’incubo post-Coronavirus

FASE 4 – Nel 2021 la situazione non può che peggiorare mese dopo mese. La Fase 4 è un terremoto, senza troppi giri di parole: è il momento del Ridimensionamento. Marotta si affida a Simone Inzaghi, che ha il solo compito di limitare i danni, cercando di ottimizzare ciò che non è riuscito a Conte. Non si parla più di progetto sportivo ma quasi esclusivamente finanziario: all’Inter serve il passaggio del turno in Champions, quindi i ricavi UEFA e quelli dello stadio. Sul mercato si annulla ogni tipo di investimento e, per la prima volta in epoca Suning, vengono sacrificati i pezzi pregiati (Achraf Hakimi e Romelu Lukaku). L’auto-finanziamento è realtà. La stagione è ancora in corso e non c’è un reale interesse sul suo epilogo, che potrebbe anche essere altrettanto vittorioso, se non di più rispetto all’anno precedente. La fiducia non manca, certo. Ma si naviga perlopiù a vista, senza grandi certezze. Si aspetta una “scossa” ai piani alti.

Progetto nerazzurro al bivio: (se) Marotta resta, Zhang?

FASE 5 – Non è ancora iniziata, ma forse mezzo spoiler c’è. Il rinnovo di Lautaro Martinez (vedi comunicato) era annunciato e, infatti, interessa relativamente. Per far iniziare la Fase 5 deve arrivare l’annuncio più importante: il prolungamento triennale (fino al 2025) di Marotta. E ovviamente del restante top management dell’Inter, a partire dall’AD Corporate Alessandro Antonello. Oggi il co-CEO nerazzurro funge da garanzia totale sul progetto Inter. Sono Antonello e Marotta a portare avanti tutti i discorsi finanziari e sportivi. Vale a dire: se il Presidente Steven Zhang non c’è, ci siamo noi. E se Suning non può investire più, ci pensiamo noi. La Fase 5 può essere quella del Riassestamento: non significa solo respirare, ma anche tornare a pianificare a medio-lungo termine. Senza questa fase, l’Inter dovrà continuare ad auto-finanziarsi attraverso le cessioni e sfruttare il mercato dei parametri zero per cercare di mantenere una certa competitività della rosa. Più che il mercato, i rinnovi contrattuali, anche lato squadra (Stefan de Vrij e Marcelo Brozovic), sono importanti per capire in che direzione andrà il progetto. Il prossimo triennio firmato Marotta&Co. potrebbe anche non essere brandizzato Suning, pertanto il 2022 va atteso con particolare attenzione. Dalle prossime mosse si capirà qualcosa in più. La notizia più importante è sapere che ci sarà ancora un’Inter guidata da Antonello e Marotta, a prescindere dal poter finanziario (e) di chi avrà le quote di maggioranza. Aspettando la Fase 5… Perché, ribadiamolo: oggi può esserci un’Inter futura senza Suning, ma non senza Marotta.

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