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Inter, ora la prima finale con la necessità di non ripetere gli errori di Napoli

Per l’Inter comincia il momento delle finali, ma non va dimenticato l’obiettivo prioritario della stagione: conquistare la qualificazione alla prossima Champions League. E – anche per colpa di Gagliardini – ieri la situazione si è complicata.

DISCORSO DA CHIUDERE – L’Inter si è fermata ieri a Napoli dopo otto vittorie consecutive. Un passo falso che non cancella quanto di buono fatto nell’ultimo mese, ma che complica un po’ la corsa alla qualificazione alla prossima Champions League. Obiettivo da prendere a tutti i costi, a prescindere da quello che succederà il 10 giugno. Perché a Istanbul la squadra di Simone Inzaghi dovrà arrivarci tranquilla di aver fatto il suo, non con l’acqua alla gola di chi o alza la coppa o non la rigiocherà a settembre. Servono ancora di fatto cinque punti su sei, realisticamente quattro vista la differenza reti largamente a favore rispetto al Milan. E potrebbero bastarne meno in base sia alla penalizzazione della Juventus (attesa per oggi) sia a possibili risultati negativi delle rivali.

DA UNA FINALE ALL’ALTRA – I punti Champions League sono da conquistare quanto prima proprio per garantire all’Inter un avvicinamento “tranquillo” alla finale. Ossia: evitando di rendere l’ultima giornata in casa del Torino un dentro o fuori. La possibilità ci sarà sabato con l’Atalanta, ma prima c’è un’altra finale. Quella di Coppa Italia contro la Fiorentina, occasione per alzare il secondo trofeo stagionale e bissare il trionfo di un anno fa. Proprio grazie alla coppa nazionale è partito il riscatto, la sera del rigore di Romelu Lukaku a Torino, dopodomani dovrà essere chiuso un cerchio per fare il pieno di convinzione in vista delle partite che contano. E con un detto mai come nei prossimi venti giorni attuale: le finali non si giocano, si vincono.

COMPLICAZIONI DA EVITARE – L’Inter deve fare in modo di non farsi risucchiare in campo nazionale prima di affrontare l’ultimo atto internazionale. La sconfitta di ieri a Napoli ha un responsabile su tutti: Roberto Gagliardini. Insensato che abbia potuto fare cinque falli in quaranta minuti, da ammonito al 19′. Ma anche insensato che sia rimasto in campo fino all’espulsione al 41′, già graziato e avvertito da compagni e allenatore. In questi due anni all’Inter Inzaghi ha abituato ai cambi immediati degli ammoniti, anche nel primo tempo: non si capisce perché proprio ieri abbia aspettato, peraltro con uno non certo famoso per tempismo. Una serie di errori fra campo e panchina, che hanno condizionato la partita. Inclusa la scelta di insistere ancora su un giocatore senza futuro come Gagliardini, col contratto in scadenza al 30 giugno. Errori da non dover ripetere da mercoledì al 10 giugno, perché ci si gioca tutto.

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