Inter, non tutti promossi: i voti stagionali a proprietà, dirigenza e squadra
Inter seconda in Serie A ma vincitrice della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana. Come giudicare complessivamente la stagione nerazzurra? Nessun dubbio sul fatto che sia un’annata positiva, ma non tutte le aree societarie riescono a strappare la sufficienza. Vediamo perché
Inter, la pagella stagionale: Proprietà
Il ridimensionamento post-Scudetto imposto dal Suning Holdings Group di Zhang Jindong sembra l’inizio della fine. Impensabile ripetersi smantellando rosa e staff tecnico. Rinunciando ad Antonio Conte e sacrificando Achraf Hakimi all’Inter serve un miracolo sportivo per evitare di far morire sul nascere una parvenza di ciclo vincente dopo un lustro di insuccessi. Il campo, però, dice altro. E il Presidente Steven Zhang ci mette la faccia solo nelle vittorie stagionali – Supercoppa Italiana a Milano e Coppa Italia a Roma – ma non basta. La vicinanza all’ambiente nerazzurro va dimostrata con i fatti, adesso. E con gli investimenti virtuosi. Non vuole essere una critica distruttiva, tutt’altro: nel calcio business non c’è più spazio per l’improvvisazione né per il temporeggiamento, i progetti a medio-lungo termine vanno definiti in maniera concreta e sicura. Altrimenti è giusto sperare in un cambio ai vertici affinché ci sia una crescita continua. Voto 4.
Calciomercato, la pagella stagionale: Dirigenza
Far quadrare i conti per gli Amministratori Delegati Alessandro Antonello (Corporate) e Beppe Marotta (Sport) non è un gioco da ragazzi. E il lavoro fatto extra-campo è straordinario. Anche il mercato in uscita, tutto sommato, merita un giudizio positivo vista la situazione creatasi: a certe cifre la cessione di Romelu Lukaku è doverosa. Un po’ meno quello estivo (7) in entrata, mirato a limitare i danni, ma almeno qualche rimpiazzo è adeguato: Hakan Calhanoglu a parametro zero è la torta senza ciliegina una volta salutato Christian Eriksen, purtroppo. La rosa allestita in estate da Marotta e Piero Ausilio non è quanti-qualitativamente in grado di competere su tre fronti sul lungo periodo. E nel mercato invernale (5) di riparazione, paradossalmente, la situazione peggiora. Troppi errori di valutazione per quanto riguarda i calciatori, in particolare il costoso “colpo” estivo Joaquin Correa, ma il nome di Simone Inzaghi per la panchina è quello giusto. Così come quello di Denzel Dumfries sulla fascia destra. Rivedibile la gestione lenta e tardiva dei rinnovi contrattuali, in alcuni casi ancora in bilico. Voto 6.
Inter, la pagella stagionale: Squadra
L’Inter arriva all’ultima partita stagionale con una – flebile – possibilità su nove di confermarsi campione d’Italia. Il merito è tutto del gruppo-squadra, guidato dall’ottimo Inzaghi, che dà tanto e toglie poco al lavoro fatto nel biennio precedente. Il discorso è relativo, non assoluto. L’Inter va oltre le più rosee aspettative, portando a casa due trofei nazionali che mancavano da oltre un decennio. E migliorando il suo percorso internazionale in UEFA Champions League, che non vale come trofeo ma dà una mano a livello morale in ottica futura. Qualcosa nel corso della stagione manca, soprattutto in alcuni scontri diretti, ma l’impressione è che non ci si possa aspettare di più. Con la vittoria dello Scudetto sarebbe stata una stagione quasi perfetta, arrivare a un derby (perso) di distanza dal tricolore ridimensiona un po’ i giudizi. Ma solo di poco, perché bisogna riconoscere anche i meriti altrui e ricordare il punto di partenza – reale – dell’Inter. Voto 8.
NB: A seguire le pagelle di fine stagione sull’Inter 2021/22 redatte da Inter-News.it