Editoriali

Icardi, questo derby è anche per te: l’Inter si ama sudando per la maglia

Il derby Milan-Inter di stasera proietta i nerazzurri nuovamente al terzo posto e a +6 sulla Roma quinta, ma oltre ai rossoneri c’è anche un altro grande perdente dalla stracittadina del Meazza: si chiama Mauro Icardi, e dal 13 febbraio ha volutamente deciso di non giocare più.

ALTRO CHE INSTAGRAM – “Se non la ami quando perde, non amarla quando vince”. Così scriveva Mauro Icardi sul suo social preferito, Instagram, lo scorso 3 febbraio dopo la sconfitta col Bologna, uno dei punti più bassi della stagione dell’Inter. L’ammutinamento era ancora lontano, la fascia era ancora salda al braccio e il post dell’ex capitano era stato preso come modello, ma poi le cose sono cambiate dieci giorni dopo, quando la società ha deciso di degradarlo e lui, in tutta risposta, ha scelto di smettere di fare il calciatore, delegando sua moglie e agente Wanda Nara come portavoce e lamentando un dolore al ginocchio talmente forte da lasciarlo fuori più di un mese. Alla vigilia della trasferta di Cagliari, visto che ha sempre avuto un gran tempismo per riapparire prima delle partite (portando su di sé l’attenzione, cosa non proprio da vero capitano…), era riemerso dal silenzio con un altro post strappalacrime, pieno di tanti valori ma di pochi fatti, perché poi ha dimostrato zero di quanto scriveva il 28 febbraio (vedi articolo), continuando a restare ai margini del gruppo. E se per caso pensava che, così facendo, il derby col Milan di stasera l’avrebbe potuto far rientrare da salvatore della patria si è sbagliato di grosso, perché la squadra ha risposto alla grande alle sceneggiate di Icardi e dimostrato di poter vincere (eccome) anche senza di lui. Perché la maglia si ama sudando e difendendo fino al 96′ (come ha fatto Danilo D’Ambrosio sull’ultima azione), non parlando tramite i social.

PESSIMO ESEMPIO – Un capitano, ma anche un leader e un simbolo, non avrebbe lasciato la squadra in queste condizioni, senza attaccanti nella partita che valeva la qualificazione ai quarti di finale di Europa League, dove per provare un’impossibile ribaltone Luciano Spalletti è stato costretto a mettere i debuttanti Davide Merola (classe 2000) e Sebastiano Esposito (classe 2002), perché non ce n’erano altri e perché il miglior marcatore era tranquillo a casa sua, senza aver nemmeno avuto la voglia di andare allo stadio a incitare i compagni in difficoltà. Il silenzio di Icardi cozza con tutte le belle parole spese sempre e solo via Instagram (ma perché non andare a parlare davanti a una telecamera, che sia Inter TV o Sky?) e i suoi comportamenti, qualunque cosa sia successa il 13 febbraio, non sono certo quelli di uno che tiene così tanto alla maglia come diceva. L’Inter stasera ha dimostrato in campo, con una prestazione strepitosa soprattutto di gruppo, di potersi compattare nelle difficoltà e dare una risposta a tutti i critici e a tutti quelli che non aspettavano altro che un passo falso per sparare a zero su società e giocatori. Icardi ha deciso di non fare parte di questo gruppo, di non fare parte di questa Inter e di non fare parte di questa grandissima vittoria (e qualcuno potrebbe anche ringraziarlo, perché da quando si è autoescluso è esploso Lautaro Martinez stasera migliore in campo…), e ora per lui sarà difficile se non impossibile rientrare bene o risollevare la sua immagine. L’Inter vale più di Icardi e più di Wanda Nara, nessuno se lo dimentichi, e adesso basta mettere il singolo davanti alla squadra.

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