Editoriali

Higuain fuori sede in fuga verso il Sud (America). Il calcio in ritardo su tutto

Higuain è finito su tutte le prime pagine. Non per un gol, stavolta. La fuga dell’attaccante argentino della Juventus è il tema “sportivo” del giorno. Davanti a sé non una porta da sfondare ma un mare di polemiche. C’entra ovviamente il Coronavirus e per l’ennesima volta il mondo del calcio italiano si è fatto trovare in fuorigioco. Dimenticando le regole

DECRETO CALCISTICO – Trovare un argomento su cui dibattere in questo periodo è difficile. Ancora più difficile è trovare un tema su cui polemizzare. Balconi. Mascherine. Running. Supermercato. Tamponi. Sempre la stessa cosa. Tutto ruota intorno al Coronavirus, ovviamente. E poi c’è il calcio. Già. Sempre in prima linea. Allenamenti. Calendario. Contratti. Rimborsi. Scudetto. Facendo attenzione, dopo una decina di giorni dal “rompete le righe” ministeriale, sembra non essere cambiato poi molto. Non c’è “restate a casa” che tenga. Il concetto di quarantena è ad personam. Ad squadram, forse. Ma cerchiamo di andare per gradi. La Serie A si ferma ufficialmente il 9 marzo, il giorno dopo il “recupero” Juventus-Inter. L’11 marzo lo juventino Daniele Rugani è ufficialmente il primo calciatore del campionato contagiato dal virus. L’Inter, proprio come la Juventus, sospende immediatamente l’attività agonistica. Facile intuire che c’è da tutelare un’enormità di gente tra atleti, dipendenti vari, rispettive famiglie e amici. Insomma, una parte della popolazione che non è solo calcistica. La decisione smette di essere preventiva e diventa obbligata. Così come, per il Governo, è obbligatoria la “quarantena” di almeno due settimane. Anzi, dovrebbe.

HIGUAIN FUGGIASCO – Le premesse sembravano essere quelle giuste, tutti allineati con il resto d’Italia. Poi come al solito il mondo del calcio ha messo una marcia in più. Tralasciando tutte le polemiche “economiche” sopracitate, nelle ultime ore è diventato tema di dibattito quello relativo alla fuga dall’Italia. O meglio, allo stop dell’isolamento, che alcuni da obbligatorio hanno trasformato in volontario. Come se facessero davvero un favore a noi stando chiusi in casa – o nell’hotel di lusso messo loro a disposizione – anziché rispettare la legge per il proprio bene prima ancora di quello altrui. A prendersi tutta la scena è Gonzalo Higuain, scappato al Sud. America (Argentina), non Italia. Aereo privato, non treno pubblico. Come uno studente fuori sede qualsiasi, ma con qualche euro in più sul conto corrente. E non è nemmeno l’unico. Come non è unica la motivazione usata (riavvicinarsi alla madre malata, ndr). La stessa “motivazione” utilizzata dal compagno di squadra Cristiano Ronaldo, che almeno – astutamente – ha giocato d’anticipo volando in Portogallo prima dello scoppio del caos e rimanendoci. Ma qui non c’è furbo né ricco che tenga, meglio capirlo subito.

RESTIAMO A CASA – Il Coronavirus non guarda in faccia nessuno. Oggi è arrivato l’ennesimo bollettino di guerra (vedi aggiornamento), il più pesante finora. E non sarà neppure l’ultimo. Ogni giorno la situazione peggiora e ogni singola persona può aggravarla non rispettando l’unica direttiva che ci è stata chiesta: stare in casa. Si parla di “picco”, ma lo stesso viene posticipato di giorno in giorno. Settimana in settimana. Non è periodo per fare previsioni. C’è solo da rispettare un decreto, prossimo a essere aggiornato. Tutti. Eppure c’è chi fa di mestiere il giornalista e giustifica Higuain, dieci giorni dopo aver detto le peggio cose sugli studenti tornati dalle rispettive famiglie al Sud. Giustamente, tra l’altro. O forse bisogna dire che nel giornalismo italiano c’è chi fa il tifoso anche quando il calcio non c’entra niente. Ma questa sarebbe un’altra – ennesima – polemica inutile. Il problema più grave resta la disinformazione. Perché Higuain, ad esempio, ha fatto qualcosa di scorretto. Ed è ancora più scorretto falsificare il suo periodo di quarantena, soprattutto dopo la positività di Blaise Matuidi, arrivata in ritardo rispetto a Rugani, che – da quanto raccontato – mostrava qualche sintomo addirittura prima di Juventus-Inter. Insomma, le informazioni sono poche e pure confuse. Sicuramente modificate a piacimento. Tipico. Sempre peggio, il calcio. Solo una cosa è certa: dobbiamo restare tutti a casa. Noi in Italia e Higuain in Argentina, adesso.

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