Hakimi vero negativo, perché tutto quel caos mercoledì? L’UEFA spieghi
Hakimi è davvero negativo, ora non ci sono più dubbi. Le perplessità invece restano su quanto accaduto mercoledì con l’UEFA, in occasione di Inter-Borussia Monchengladbach di Champions League.
CORONAVIRUS – Achraf Hakimi è risultato negativo anche al secondo tampone. L’Inter corre contro il tempo per averlo a disposizione già oggi contro il Genoa. Ma il punto è un altro: perché il cortocircuito di mercoledì scorso prima di Inter-Borussia Monchengladbach? Il test del giorno precedente effettuato dall’Inter aveva dato esito negativo, per tutti, anche per il marocchino. Club nerazzurro tranquillo, poi il colpo di scena più inatteso. Alle 16, cinque ore prima della partita di Champions League, il risultato leggermente positivo da parte dell’UEFA. Ieri di nuovo negativo al primo successivo dell’Inter. Quello dell’organo calcistico europeo era quindi un falso positivo, oppure un’errore di valutazione? Una spiegazione non sarebbe male.
UEFA – Sta di fatto che mercoledì la comunicazione dell’UEFA è arrivata di fatto in ritardo, anche ricordando il precedente di Stephan El Shaarawy (falso positivo prima di Italia-Olanda, verificato in tempo per averlo a disposizione). Il giocatore, potenzialmente positivo, è rimasto a stretto contatto con la squadra (aveva pranzato col gruppo), col rischio di contagiare tutti se fosse stato davvero positivo. Per fortuna così non è stato. È indubbio però che l’Inter non abbia potuto schierare un calciatore importante in una partita altrettanto cruciale, da cui è uscita con un solo punto e raccolto al 90′. Nessuno potrà mai affermare con certezza che col marocchino in campo avrebbe vinto, ma resta il fatto che Antonio Conte è stato privato ingiustamente di una pedina chiave. E che la squadra abbia giocato col pensiero del rischio contagio. Ora starà all’Inter valutare se muoversi o meno dal punto di vista legale. Qualcuno però dall’UEFA dovrebbe dare spiegazioni su quanto successo con Hakimi.