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Gagliardini è un Vecino-bis che l’Inter non ha motivi né paura di affrontare

Gagliardini a gennaio festeggerà il suo sesto anno all’Inter ma non è detto che la festa si farà, anche perché potrebbe essere l’ultimo in maglia nerazzurra. E nelle ultime ore avanzano anche le ipotesi di un possibile addio anticipato. Uno scenario che probabilmente non farebbe comodo a nessuno in questo periodo storico ma da non paragonare a quello dell’ex Vecino

RISERVA ATIPICA – Quando si pensa a Roberto Gagliardini, si pensa all’ultima ruota del carro della rosa nerazzurra. O quantomeno del reparto di centrocampo, di cui fa parte. Un discorso che si regge anche attraverso i numeri, dato che il numero 5 è il centrocampista meno utilizzato da Simone Inzaghi in questa prima parte di stagione. Ebbene sì, perfino l’ultimo giovane arrivato Kristjan Asllani è sceso in campo per più minuti! Le dodici presenze del classe 2002 albanese mettono insieme circa “un tempo” in più rispetto alle nove di Gagliardini, minuti di recupero esclusi. Un infortunio, tanto turnover e troppa panchina per il classe ’94 italiano finora. A questo bisogna aggiungere anche le caratteristiche tecnico-tattiche. Gagliardini oggi è un profilo unico nella mediana dell’Inter, che si fonda su altre basi. Non può sostituire nessuno dei tre titolari. Piuttosto a Inzaghi conviene cambiare sistema di gioco anziché (ri)adattarlo. Anche per questo l’utilizzo centellinato del 28enne scuola Atalanta è ridotto al minimo e solo per “grandi occasioni”. Grandi occasioni che coincidono con l’idea di Inzaghi di rinforzare il quintetto mediano con un centrocampista più strutturato per contrastare fisicamente gli avversari. Gagliardini oggi è all’Inter per completare un reparto storicamente incompleto per caratteristiche e numero. Ed è in scadenza di contratto a fine stagione. Cosa succederà tra le parti nel 2023?

L’articolo continua sotto il video del TG Inter-News, edizione di martedì 15 novembre 2022.

Gagliardini in scadenza un anno dopo Vecino

ADDIO O RINNOVO – A luglio le strade di Gagliardini e dell’Inter potrebbero separarsi. Possibilmente già a gennaio, sebbene al momento non sembrano esserci le reali condizioni. E se invece alla fine rinnovasse? Non sarebbe poi così assurdo. Del resto, Gagliardini all’Inter fa numero ma non si trova ad Appiano Gentile per caso. E ha anche un ingaggio in linea con la recente politica nerazzurra in sede di calciomercato. Davvero c’è chi crede che l’Inter possa prendere un “sesto – forse settimo” centrocampista pagandolo meno dell’attuale? Pescando tra i parametri zero è impossibile. Forse qualche giovane talento tipo Asllani, quello sì. Con caratteristiche più adatte, magari. Riassumere tutto il concetto alla base della permanenza di Gagliardini all’Inter in una frase è difficile. Sembra quasi che oggi faccia parte della rosa dell’Inter di Inzaghi solo perché è alto. Superficiale pensarlo. Basti pensare che il bergamasco di Dalmine non fa esattamente nulla di ciò che gli viene chiesto. Utilizzandolo come elemento di completamento perlopiù a partita in corso, il compito di Gagliardini è soddisfare le richieste del suo allenatore pur essendo un altro tipo di centrocampista. Paradossalmente gli viene affidata la fase difensiva quando potrebbe esaltarsi in quella offensiva. E viceversa. Gestione rivedibile.

Gagliardini e l’Inter al bivio: ambizioni protagoniste


SITUAZIONI DIVERSE – Gagliardini, a differenza del suo precedente alter ego Matias Vecino, non si esalta nel disordine. La mezzala completa ma statica – un po’ interditore, un po’ incursore ma con poca qualità in regia – non si sposa bene con la filosofia della mediana ruotante. Gagliardini può fare un compito, e farlo anche discretamente bene, solo in determinate condizioni. Può essere un centrocampista ordinato e presente nella doppia fase se libero da pressioni extra. Non sarà mai un profilo da “uno contro uno” a uomo. È e resta un elemento di completamento che può essere ancora utile alla causa nerazzurra, non uno scarto su cui non fare più affidamento. A ogni modo, l’Inter non può essere preoccupata di un Vecino-bis in caso di addio a parametro zero. Il classe ’91 uruguayano ha lasciato Inter da riserva ormai fuori progetto ma sentendosi ancora all’altezza dei grandi palcoscenici. Strappando così, alla Lazio, l’ultimo contratto della sua carriera. Gagliardini oggi non è un nazionale, non ha un mentore da seguire altrove, non ha la fila alla sua porta e non può avere grandi pretese a livello contrattuale. È nel pieno della maturità calcistica e non a fine carriera, però: Gagliardini può essere ancora un’opportunità low cost e low profile per “completare” l’Inter del futuro ma in alternativa può anche riproporsi come protagonista altrove. Le motivazioni relative alle ambizioni nella propria carriera saranno decisive tanto per il rinnovo quanto per l’addio, ma vale anche per le ambizioni nerazzurre.

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