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Dzeko all’Inter nel 2021 non ha senso, a meno che non significhi Vlahovic

Dzeko vede l’Inter. Nel 2021, dopo un inseguimento durato anni. Il passaggio di consegne tra Lukaku e il centravanti bosniaco della Roma non può essere considerato soddisfacente per il mercato nerazzurro. Si attende almeno un’altra mossa in attacco. E solo il nome di Vlahovic sembra in grado di ridare un senso a questa operazione flash praticamente no sense

AFFARE DZEKO – Parlare di “acquisto” quando la forbice tra domanda e offerta oscilla tra “possiamo liberarlo anzitempo” e “non vogliamo spendere” fa (sor)ridere. Il mercato oggi funziona così, però. L’operazione che dovrebbe portare Edin Dzeko dalla Roma all’Inter si fonda su tre requisiti: 1. disperazione; 2. fretta; 3. occasione. Dopo aver ceduto Romelu Lukaku al Chelsea, l’Inter non ha altro tempo da perdere e deve regalarsi un centravanti internazionale che possa rappresentare una certezza in Serie A. Il nome del classe ’86 bosniaco calza a pennello. Il Milan ha anticipato i tempi con il coetaneo Olivier Giroud, l’Inter si mette in scia scegliendo il più “italiano” Dzeko. Un acquisto inconcepibile nel 2021, soprattutto se venissero confermate le cifre esagerate per il contratto biennale (stile Arturo Vidal 2020, ndr). E non c’entra il fattore tecnico: Dzeko è ancora in grado di andare in doppia cifra di gol perché è un attaccante straordinario, seppur sulla via del tramonto. Ma siamo nel 2021, appunto. Soldi non ce ne sono, ma anche le idee sono finite? Vale per i nomi sul taccuino, vale per le formule di trasferimento e le contropartite tecniche.

Dzeko all’Inter, cambia tutto: titolare o riserva?

NUOVO QUARTETTO – L’arrivo del 35enne Dzeko va inquadrato solo dal punto di vista anagrafico e quindi di prospettive. Non ha nulla a che vedere con il 28enne Lukaku. Non può esserne l’erede designato. Nemmeno per una stagione. Un “colpo alla Dzeko” nel 2021 può avere senso solo per completare l’attacco con una certezza. Dzeko è la terza punta che garantisce qualità e quantità dalla panchina. Per intenderci, uno stipendio simile in panchina avrebbe senso al posto di Alexis Sanchez – che ha tutt’altre caratteristiche ma costi insostenibili e garanzie fisiche nulle – e Andrea Pinamonti, potendo scegliere di puntare su una quarta punta low cost più funambolica. Un ibrido come il titolarissimo Lautaro Martinez, che oggi ha bisogno di una nuova spalla. Ma chi? Tra i tanti nomi ipotizzati in questi giorni, solo uno sembra rispondere alle logiche di sostituzione del classe ’93 Lukaku. E visto che al momento la prospettiva più credibile vede Dzeko titolare e Martin Satriano quarta punta (riserva vice-Dzeko, ndr), finché non verrà colta un’altra occasione in prestito (Gianluca Scamacca del Sassuolo?), non resta che aspettare tutte le mosse dell’Inter. Sbagliare investimento dopo l’addio di Lukaku sarebbe imperdonabile.

Lukaku, erede unico: Vlahovic “migliora” Dzeko

COLPO VLAHOVIC – L’investimento quasi nullo a livello di cartellino fatto su Dzeko è un dettaglio che non può passare inosservato visto il budget altrettanto nullo dell’Inter sul mercato. Ma dopo aver ceduto Lukaku, ciò che verrà reinvestito servirà per almeno tre acquisti, tra cui il nuovo centravanti. Prendere Dzeko oggi avrebbe senso solo se entro il 31 agosto l’Inter riuscisse a portare a casa il vero post-Lukaku ideale: Dusan Vlahovic, classe 2000 della Fiorentina (vedi focus). La nuova coppia Vlahovic-Dzeko, da affiancare a Lautaro Martinez e al suo alter ego, sarebbe il massimo per questa Inter. E darebbe un senso al mercato. Perché i vari Joaquin Correa (Lazio) e Duvan Zapata (Atalanta), senza offesa, a certe cifre non c’entrano nulla con la situazione attuale in casa nerazzurra. Vlahovic, invece, è l’acquisto oneroso (onerosissimo…) che può cambiare positivamente le carte in tavola. Per il presente e per il futuro. Senza Vlahovic (o un profilo simile), l’arrivo di Dzeko non avrebbe senso a prescindere dai gol che – sicuramente – farà e dal ruolo che rivestirà. All’Inter l’ultima parola: l’eredità di Lukaku è pesantissima e non basta tamponarla – aggravando la situazione del monte ingaggi – senza un reale progetto.

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