Editoriali

Dalla “Icardi-dipendenza” a più soluzioni: cosa cambia nell’Inter

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Dopo anni in cui l’attacco dell’Inter si è appoggiato esclusivamente su Mauro Icardi, ora Antonio Conte ha a disposizione diverse soluzioni per il reparto offensivo dei nerazzurri

Il 65° minuto di Inter-Udinese di ieri sera è stato un momento forse sottovalutato dai più, ma che racchiude una grande importanza. Antonio Conte ha infatti richiamato in panchina il suo totem Romelu Lukaku, meno brillante delle precedenti occasioni ma condizionato da un problema alla schiena accusato nel riscaldamento, per dare spazio a Lautaro Martinez, dato per titolare nei giorni precedenti sull’onda lunga della tripletta in Nazionale ma lasciato in panchina e non a favore di Alexis Sanchez, ma di Matteo Politano. Sicuramente ha influito anche la necessità di preservare il gigante belga in vista di un ciclo di fuoco che vedrà l’Inter giocare ogni tre giorni, a cominciare dall’esordio in Champions martedì contro lo Slavia Praga, ma nelle scelte fatte da Conte si vede anche quanto sia cambiata la rosa nerazzurra nel reparto offensivo.

LA DIPENDENZA DA ICARDI – L’Inter viene infatti da anni di “Icardi dipendenza”, anni in cui l’argentino, oltre a giocare come unica punta in sistemi di gioco che sembravano tagliati su misura per esaltare le sue doti di bomber, era quasi l’unica punta in rosa. Negli ultimi anni infatti, Icardi ha dovuto condividere il “box attaccanti” solamente con il buon gregario Eder e con l’acerbo Lautaro Martinez la scorsa stagione, una situazione che da un lato esaltava le doti realizzative dell’argentino (e i numeri di Icardi, togliendo la scorsa travagliata stagione, non mentono), dall’altra però impediva all’allenatore di turno, che si chiamasse Spalletti, Mancini o Pioli, di poter anche solo provare soluzioni alternative. Niente moduli a più punte, niente soluzioni alternative di gioco per scardinare le partite ostiche, l’Inter era diventata totalmente dipendente da Mauro Icardi pagando questa dipendenza con la sterilità offensiva nelle “giornate no” del suo ex Capitano e con una inevitabile prevedibilità del suo gioco in quanto ormai qualsiasi squadra aveva capito come disinnescare un gioco come quello dei nerazzurri ormai quasi esclusivamente votato al “far segnare Icardi”, ma col mercato estivo e le nuove scelte societarie la musica è cambiata.

MUSICA CAMBIATA, ORA SI CERCA LA VARIETA’ – Il mercato ha fatto cambiare quindi la musica. Via Icardi, epurato anche per questioni ambientali, dentro Lukaku e Alexis Sanchez, con i confermati Lautaro Martinez e Matteo Politano per costruire un reparto offensivo che, oltre a essere più nutrito dal punto di vista numerico e non poteva essere altrimenti vista l’abitudine di Antonio Conte a giocare con due punte, permette al tecnico diverse soluzioni. Conte ha a disposizione attaccanti diversissimi per qualità fisiche, tecniche e tattiche e ciò gli permette di poter studiare diverse soluzioni, anche a partita in corso come ieri, dove ha finito la partita con Sanchez e Lautaro (dopo aver giocato anche con Politano e Lautaro) preferendo la tecnica e la velocità dei “nani” allo strapotere fisico di Lukaku. E’ una vera e propria rivoluzione per l’Inter a cui eravamo abituati negli ultimi anni, il lavoro di Conte è appena agli inizi e anche la partita di ieri, nonostante la vittoria con annesso il primato a punteggio pieno, ha fatto vedere che c’è ancora qualcosa da migliorare, ma i tifosi interisti possono essere ottimisti e fiduciosi: Conte è un perfezionista, punterà sempre al massimo, e la sensazione è che abbia la rosa e i giocatori adeguati per farlo.

Pubblicato da
Alessandro Cocco

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