Editoriali

Conte ribalta l’Inter: 4 colpi, 7 addii! Il tempo stringe, è il mese della verità

Sono passati 50 giorni dall’annuncio ufficiale di Antonio Conte come nuovo allenatore dell’Inter e, a 40 giorni circa dalla chiusura del mercato e 30 dall’inizio del campionato, la rivoluzione nerazzurra auspicata dal tecnico è ancora tutta in divenire: analisi dettagliata della situazione tra entrate e uscite. Sarà un mese di grande fermento!

RIVOLUZIONE (IN RITARDO)Antonio Conte a gamba tesa sul mondo Inter. Questo il titolo che si potrebbe assegnare alle prime settimane nerazzurre dell’ex tecnico di Juventus e Chelsea. Se ci si aspettava nelle intenzioni dell’allenatore leccese una mano pesante sulla rosa interista (QUI l’analisi di fine maggio), non si può non segnalare – come fatto dallo stesso Conte nella conferenza stampa di vigilia dell’amichevole contro il Manchester United – un certo ritardo sulla tabella di marcia. Erano e sono in programma circa 7 cessioni e 7 arrivi: ancora fermi a 0 nella casella dei ceduti, sono arrivati Diego Godin, Valentino Lazaro, Stefano Sensi e Nicolò Barella (non contando Alessandro Bastoni, che comunque andrà a completare il reparto dei difensori centrali, e Lucien Agoumé). Dopo un mese e mezzo di lavori in corso, è arrivato il momento di serrare le file e stringere i tempi: i partiti che si vanno formando nella tifoseria interista sono due poli estremi nella cui via di mezzo alberga il nocciolo della questione. “Siamo solo al 20 luglio” non è ragione sufficiente per rimanere impassibili di fronte alle sollecitazioni di Conte: il tecnico salentino, come e più di tutti i tecnici, necessita di avere a disposizione un gruppo quanto più completo possibile per inculcare i propri dettami tattici e trasmettere la sua grinta. Per questo, ogni settimana che passa senza i rinforzi previsti e con esuberi o, peggio ancora, giocatori fuori progetto, è tutto tempo utile a gettare le basi per una grande stagione che va perduto. Dall’altra parte, eccessivi malumori per le sconfitte in amichevoli pur prestigiose sono da evitare: è già possibile fissare una dead line tra la fine del mese di luglio e l’inizio di agosto per una netta accelerazione di tutte le mosse di mercato nerazzurre. Beppe Marotta conosce le esigenze di Conte e le promesse fatte dalla proprietà Suning in sede di firma del contratto, ne è assoluto garante, ecco perché non c’è ragione di pensare a scenari apocalittici stile Roberto Mancini nell’agosto 2016.

DRAMMA CESSIONI DAL 2015 – Conte ha sottolineato, contrariamente a quanto messo in risalto da gran parte degli organi di stampa, la difficoltà a cedere giocatori in esubero sui quali non fa affidamento. Ebbene, è proprio questa la lacuna atavica dell’Inter targata Suning: non riuscire a realizzare cessioni soddisfacenti dal punto di vista economico. Le ultime buone operazioni in uscita risalgono ai tempi dell’era Erick Thohir sotto la gestione Mancini: Xherdan Shaqiri allo Stoke City, Mateo Kovacic al Real Madrid, Hernanes alla Juventus e Fredy Guarin allo Shanghai Shenhua. Da allora, solo Geoffrey Kondogbia al Valencia con diritto di riscatto a circa 25 milioni di euro nell’ambito del mancato esercizio dell’opzione per Joao Cancelo ha portato una cifra considerevole nelle casse nerazzurre. Su questo aspetto l’Inter deve crescere notevolmente e, in questo senso, evidentemente la rete di procuratori e agenzie con cui si opera a stretto contatto non è sufficiente: necessario espandere i propri confini tornando magari a fare affari con i Mino Raiola e i Jorge Mendes della situazione più che con il solo Federico Pastorello.

MAROTTA IL TEMPOREGGIATORE IN ENTRATA – Per quanto riguarda il capitolo acquisti, è bene ricordare che la trattativa tirata per le lunghe è marchio di fabbrica di Marotta: l’AD Sport nerazzurro mira da sempre a evitare spese folli e imporre la propria forza negoziale. Ne è dimostrazione l’affare Barella, chiuso a 12 milioni più 25 di riscatto con bonus rispetto ai 50 chiesti dal Cagliari. Idem per Edin Dzeko, che avrebbe dovuto essere presente già a Lugano e invece sembra destinato ad arrivare con un mese di ritardo a causa dell’uscita dall’affare di contropartite in ottica plusvalenze entro il 30 giugno. Conte lo sa ed è anche per questo motivo che ha battuto il tasto più sul capitolo uscite che su quello delle entrate (per cui si è comunque più avanti rispetto alle spinose cessioni da realizzare).

4 COLPI, 7 ADDII: TUTTI I NOMI – Riassumendo: via Joao Miranda, Dalbert, Borja Valero, Joao Mario, Radja Nainggolan, Ivan Perisic e Mauro Icardi. Dentro Dzeko, Romelu Lukaku, un centrocampista di spessore e un esterno sinistro di ruolo. Queste le linee guida di Conte a poco più di un mese dall’inizio del campionato: il tempo c’è, ma non è tanto. Da domani inizia la prima settimana della svolta sul mercato dell’Inter: fondamentali schiarite sul futuro di Icardi e Nainggolan, per capire quanto (e, magari, chi) poter incassare dalla sempre più probabile cessione alla Juventus del primo e con che formula piazzare il secondo che ha un costo residuo a bilancio decisamente alto. Anche Perisic, che a differenza dei primi due non era stato escluso per motivi extra campo, può ancora partire dopo le parole di Conte sull’inadeguatezza del croato a ricoprire un ruolo da tutta fascia che dovrebbe prevedere Kwadwo Asamoah come riserva. Borja Valero e Miranda sono le due situazioni più rapide da sbloccare, eventualmente anche negli ultimi giorni di mercato, proprio come Dzeko sembra il più vicino in ordine cronologico a diventare nerazzurro. Per Joao Mario e Dalbert non c’è altra strada del prestito con diritto di riscatto atto a evitare minusvalenze, ma il Monaco che sembrava la destinazione più probabile per entrambi i giocatori sembra al momento concentrato su operazioni come quella per Andre Silva dal Milan. A sinistra è lecito attendersi uno specialista del ruolo: il Marcos Alonso che Conte ottenne nel 2016, che nel breve termine potrebbe essere ben interpretato da un Aleksandar Kolarov. Difficile invece capire l’utilità di un profilo pur duttile come quello di Matteo Darmian. Per quanto riguarda il sostituto di Nainggolan, legittimo pretendere un centrocampista di grande spessore o almeno dal notevole bagaglio di esperienza internazionale: se il grande investimento dovesse essere fatto su uno dei due attaccanti, meglio dimenticare in fretta il profilo di Sergej Milinkovic-Savic dalla Lazio e aspettarsi allora un’occasione nella parte finale del mercato (Arturo Vidal, non c’è due senza tre?). Capitolo Lukaku: dopo il viaggio di Piero Ausilio a Londra per trattare con i vertici dello United e le parole recenti di Conte, non portare il belga a Milano sarebbe certamente un danno d’immagine. Ma se il club inglese, come sembra, non dovesse abbassare le pretese continuando a chiedere cifre vicine agli 80 milioni di euro sarebbe inutile insistere perdendo altro tempo prezioso: un club come l’Inter deve avere pronte alternative di livello.

DALLE PAROLE AI FATTI – Il tempo stringe e la rivoluzione di Conte deve essere concentrata in un solo mese: dall’inizio del campionato in poi si penserà solo a puntellare le eventuali situazioni rimaste in sospeso. Ma una cosa è certa, le questioni spinose (Icardi in testa) devono essere risolte prima di quella data. Conte non vuole turbative e aspetta che i piani concordati con dirigenza e proprietà trovino concreta attuazione a stretto, strettissimo giro di posta.

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