L’arrivo di Antonio Conte ha causato inevitabilmente polemiche all’interno della tifoseria nerazzurra, a causa del suo passato e del suo legame con la Juventus. Ma adesso basta, perché l’unica cosa a cui bisogna pensare è al futuro e al bene dell’Inter
PASSATO E POLEMICHE – Poche volte una scelta come quella della prossima guida tecnica della squadra ha creato così tante spaccature e polemiche. Certo, il passato di Antonio Conte parla per sé: una carriera da giocatore, da allenatore e da tifoso juventino e, per forza di cose anti-interista. Ma la chiave sta tutta in una sola e unica parola: passato. Già. Perché per un club che guarda al futuro con ottimismo come quello dell’Inter, tutto ciò che deve – o almeno dovrebbe – contare è proprio ciò che arriverà. Perché l’arrivo di un allenatore di questo calibro, con questo tipo di ingaggio da top, è il segnale che il progetto della famiglia Zhang sta prendendo piede passo dopo passo, confermato anche dall’ottimo lavoro svolto per aumentare il valore del brand, dall’uscita dal regime di Settlement Agreement e dalle due qualificazioni di fila in Champions League.
MAI ‘CUNTENT’ – Ma d’altronde si sa che il popolo interista, difficilmente sia contento. La frase più ricorrente riguardo alla scelta di Conte è il fatto di “non essere come la Juventus”. Per noi la vittoria non è l’unica cosa che conta. Ed è vero. Per quale motivo, allora, Luciano Spalletti – nonostante abbia sempre e comunque preso le difese della squadra in ogni sede e in ogni modo possibile – è stato sempre malvoluto dalla stragrande maggioranza della tifoseria? Dopotutto non si è mai perso tempo, dopo ogni prestazione deludente, a intasare le pagine social della società a suon di #Spallettiout e commenti poco carini (eufemismo…) nei confronti del tecnico da Certaldo. Ora, invece, si va in un’altra direzione: in panchina siederà un tecnico dal noto passato, ma dal presente e dal futuro ancora tutto da scrivere.
FUTURO – Ed è su questo che bisogna concentrarsi. Perché Antonio Conte lo ha sempre detto che, prima che tifoso, è un professionista. Quello che dovrebbe importare è proprio questo: ogni tifoso nerazzurro dovrebbe pretendere che chiunque faccia parte della squadra, da quando ci mette piede a quando se ne va, debba dare il 100% per la maglia. Perché tutto ciò che conta è quello. E se nel farlo si riesce anche a tornare a vincere qualche trofeo, beh, non sarebbe affatto male. Quindi benvenuto Mister, buon lavoro.
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