Chiedere scusa ad Antonio Conte prima che sia troppo tardi (causa Inter)
La stagione dell’Inter non è iniziata nel migliore dei modi ed è proseguita con un problema dietro l’altro. Il punto più basso risale a dicembre, con l’uscita dall’Europa. A distanza di quattro mesi esatti la storia racconta altro, soprattutto guardando la classifica di Serie A. Chiedere scusa a volte è difficile, altre volte doveroso. Come in questo caso ad Antonio Conte
CHIEDERE SCUSA – Fare i complimenti a qualcuno dopo aver raggiunto il successo è troppo facile. Soprattutto quando viene raggiunto un obiettivo importante ma non “richiesto”. Perché il primo posto dell’Inter in Serie A, con 11-12 punti di vantaggio sulla seconda a nove partite dalla fine, è un obiettivo che si rischia di centrare contro ogni pronostico. Un obiettivo che solo Antonio Conte ha fatto suo, trainando staff, squadra, società e – a questo punto della situazione – anche l’attuale proprietà. Le basi su cui è stata programmata questa stagione, e con cui è partita in stra-ritardo sulla tabella di marcia, erano altre. E nel frattempo di critiche all’allenatore nerazzurro ne sono piovute da ogni dove. Qualcuna, forse, anche giustificata o giustificabile. Ma oggi è stata fatta piazza pulita da ogni sbavatura. Dal 9 dicembre 2020 al 9 aprile 2021 sono passati appena quattro mesi ma è cambiato tutto. Ed è doveroso chiedere scusa ad Antonio Conte per ogni accusa mossagli contro negli ultimi mesi. Prima che sia troppo tardi. Ovvero, prima che la stagione dell’Inter sia terminata. Con o senza lo Scudetto. Perché i meriti del tecnico leccese vanno riconosciuti a prescindere dal successo. Poi si potrà dire qualsiasi altra cosa – sicuramente delirante e allo stesso tempo sacrosanta – ma sarà già troppo tardi.
MACCHINA DEL FANGO – Bisogna chiedere scusa a Conte per ogni ridicola accusa di essere uno “juventino infiltrato che vuole sabotare l’Inter dall’interno”. Per le “decisive” sconfitte contro la Juventus nella passata stagione. [Per] le critiche dopo le dichiarazioni davanti alle telecamere contro un nemico interno poi rivelatosi reale ma gestibile. La sconfitta in finale di Europa League a Colonia. Le richieste avanzate in sede di mercato, a partire dal pupillo Arturo Vidal fino ad arrivare a calciatori mai trattati. Lo stipendio troppo alto non meritato. Le boiate sulla difesa a tre e sul mono-modulo. La sconfitta nel primo Derby di Milano stagionale. L’uscita prematura dalla Champions League (questo sì, obiettivo stagionale fallito ma solo per motivi economici). Le richieste di dimissioni o esonero. La gestione con relativo utilizzo di Christian Eriksen fino a gennaio. Il fallimento in Coppa Italia, considerato unico obiettivo raggiungibile in stagione. E per i commenti sul “catenaccio&contropiede” che rendono brutte le prestazioni dell’Inter capolista. La lista nera sarebbe anche più lunga ma basta questo riassunto per far capire di cosa si è parlato a sproposito negli ultimi mesi. Una macchina del fango sempre in moto. Chiedere scusa ad Antonio Conte significa riconoscerne il valore come allenatore e professionista, non c’entrano nulla i fallimenti o i successi con l’Inter. Il lavoro fatto finora ad Appiano Gentile va oltre ogni discorso estetico e tattico. Impariamo a rispettare gli altri prima di pretender(n)e il rispetto.