Editoriali

Candreva homo novus dell’Inter. Insieme alla barba via anche i pregiudizi

Continua l’evoluzione “contiana” di Antonio Candreva. La nuova collocazione tattica lo ha riportato al centro del progetto nerazzurro. Sente la fiducia di Conte e azzarda la giocata. La rete contro il Borussia Dortmund lo ha riportato sulla cresta dell’onda. L’Inter ha il suo homo novus.

SERATA DA RICORDARE – In fondo lo sapevano tutti, meno che lui. Antonio Candreva a petto nudo sotto la curva è la copertina di Inter-Borussia Dortmund. Immagine iconica a dimostrazione di quanto sia il contesto a plasmare il calciatore, eccezion fatta per alcune rare pepite di inestimabile valore calcistico.

GOCCE DI SACRIFICIO – Candreva è un homo novus e, in fondo in fondo, sapevamo tutti che Antonio Conte l’avrebbe tirato a lucido. L’acquisto esoso di Valentino Lazaro aveva spostato l’attenzione mediatica sull’austriaco, relegando all’ombra del sacrificio e del caldo d’agosto i progressi dell’ex Lazio. Candreva si era riconciliato con l’ambiente nerazzurro disegnando un arcobaleno, prezioso agli occhi, nel finale di Inter-Lecce. Dopo un anno e più di rospi ingoiati e cross ribattuti, il laterale romano è tornato a far cose semplici ed essenziali. Rendendosi tremendamente utile alla causa.

RINNOVARSI – Si dice che il primo segnale del cambiamento parta dal taglio dei capelli, un po’ come fece Alessandro Del Piero prima dei Mondiali del 2006. Candreva, per evitare scomodi paragoni, si è rasato solo la barba e ha fissato i capelli all’indietro, quasi a volersi scrollare di dosso i fastidiosi residui di pelurie passate. C’è da far la fascia avanti e indietro, per novanta minuti buoni, e Conte non vende indulgenze.

APOTEOSI – All’89’ del match contro il Borussia Dortmund, il Candreva sbarbato e rinnovato si fa ottanta metri di falcata nella speranza che Marcelo Brozovic allarghi il proprio campo visivo. È una corsa fiduciosa, ottimista, perché dopo mesi di fischi e pregiudizi Antonio ha ritrovato sé stesso. E lo ha fatto correndo a perdifiato, credendo nelle sue giocate e mantenendo la testa bassa. Ha scelto di alzarla al momento giusto, mantenendo lo sguardo fermo su Roman Burki, ignorando Lautaro Martinez e trovando un angolino che, fino a qualche mese fa, non avrebbe neppure osato mirare.

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