Sanchez tra Inter e Manchester: in Inghilterra sicuri su chi dovrà cedere
Sanchez ha deciso dove continuare la propria carriera calcistica. Ciò che non ha deciso ancora è il come. Inter e Manchester United sono al lavoro per concludere l’operazione entro questo weekend, ma serve più di uno sforzo economico. In Inghilterra provano a ricostruire il puzzle facendo un po’ di confusione con le tessere. Proviamo a mettere ordine
TORNA MA NON TORNARE – Notizie divergenti convergono nello stesso epilogo. Alexis Sanchez rifiuta di tornare al Manchester United nonostante la volontà di Ole Gunnar Solskjaer di riaverlo nella propria rosa. La volontà di Sanchez è di restare all’Inter, ma lo United non sembra intenzionato a fare sconti. Soprattutto perché il tecnico norvegese ritiene che possa ancora trarre vantaggio delle prestazioni dell’attaccante cileno. Questa ipotesi, smentita da chi sostiene che in realtà Solskjaer non voglia più l’attaccante cileno, appare solo come una strategia per non far passare Sanchez come un esubero da svendere. Pertanto non cambia assolutamente nulla all’interno dell’operazione tra Inter e United. Gli inglesi devono cederlo, Antonio Conte lo reclama.
DOPPIO SFORZO ECONOMICO – Al contrario, non ci sono dubbi sul fatto che Sanchez non sia intenzionato a fare ritorno a Manchester e spinga affinché la società inglese ceda alla proposta (al ribasso, ndr) dell’Inter. A sua volta, l’Inter è disposta a soddisfare le richieste dello United purché Sanchez sia disposto a ridurre il proprio ingaggio netto annuo. Dall’Inghilterra assicurano che, in fondo, superato l’ostacolo Solskjaer, Inter e United hanno intenzione di concludere l’operazione per trasformare da prestito a definitivo il trasferimento del cileno a Milano. Di conseguenza, l’ingaggio di Sanchez è l’ultimo ostacolo rimasto: l’Inter non può garantirgli lo stesso che percepirebbe tornando a Manchester, quindi lo sforzo dovrà farlo proprio il cileno… Solo dopo i nerazzurri soddisferanno le casse inglesi, ma non alle cifre ipotizzate nelle ultime ore (oltre 30 milioni di euro, ndr). La metà?