Fiorentina-Inter: Gerson nel tridente offensivo, dubbio in difesa per Pioli
A poco più di ventiquattro ore da Fiorentina-Inter il principale dubbio...
Joao Cancelo ha risposto alle domande fatte dai tifosi dell’Inter tramite Facebook e Twitter nel corso della sua presentazione ufficiale durante la quale il terzino è tornato sui motivi che lo hanno portato a scegliere i nerazzurri.
GRANDE SFIDA – «Vengo per imparare e per aiutare i miei compagni e il club a raggiungere i propri obiettivi. Mi ha spinto ad accettare il fatto di giocare in un campionato diverso, più fisico e più tattico. Spalletti? No, non avevo parlato col mister, l’ho affrontata come una sfida e sono qui per aiutare. Prandelli? E’ un po’ diverso il lavoro in Spagna ma è una nuova sfida che sto affrontando con allegria e grandi sforzi. Penso che Spalletti è un grande allenatore con fama internazionale, possiamo imparare e migliorare molto. Il 7 come Figo? E’ stato uno dei portoghesi più importanti ma ho scelto il 7 non per lui ma perché è la data di nascita di mia madre e il mio numero preferito. Il mio idolo era Dani Alves, mi piace molto il suo modo di giocare, mi ispiro un po’ a lui è il brasiliano che ha vinto più titoli. E’ successo tutto molto rapidamente, è un club famoso a livello europeo e adesso bisogna fare in modo che l’Inter riesca a raggiungere i suoi obiettivi. Pronto per la Roma? Sì certamente, sono pronto. Cosa ti ha colpito dell’Inter? Conoscevo Milano, è una grande città , sapevo che c’erano tifosi ottimi; sono venuto sopratutto per la sfida di giocare nell’Inter. L’Inter è un club molto importante, è una grande responsabilità giocare per una squadra come l’Inter. San Siro? Ho giocato in stadi importanti, mai a San Siro e sono sicuro che sarà una sensazione speciale perché è uno stadio speciale, sarà un impatto sicuramente ottimo. Il derby? Mi aspetto che sia un buon derby, squadre molto forti e buone, speriamo di avere la meglio. Cosa mi aspetto? Imparare e migliorare in termini difensivi e di essere pronto per rappresentare una squadra come l’Inter. Joao Mario? E’ un giocatore che mi è sempre piaciuto nonostante giocasse nello Sporting, mi piace anche come persona, per me è un esempio, uno dei migliori giocatori portoghesi. Chi ti ha colpito dei tuoi compagni? Joao Mario, Eder, Miranda, Gabigol… tutti mi hanno accolto benissimo ma loro parlano la mia lingua e mi hanno aiutato ad ambientarmi meglio. Il ruolo? Io ho iniziato come ala laterale nel calcio a sette, nel Benfica ho iniziato a fare il terzino e poi ho continuano in quel ruolo. Terzino o ala? Io preferisco giocare come terzino. Come esulti se segni al Milan? Non lo so, mi piacerebbe segnare ma non so come esulterei. Hai un soprannome? No. Ti piacerebbe averne uno? Mi piace essere chiamato col mio nome. Seguivi la Serie A da piccolo? Sì mi piaceva, era uno dei principali campionati europei, la Serie A ha squadre molto buone, è una sfida nuova, aumenta il livello è una responsabilità molto grande perché gioco in una grande squadra come l’Inter. Hai intuito l’importanza della maglia dell’Inter? Sì, ho sentito dal primo giorno, sia visitando l’ufficio dei trofei che visitando il centro sportivo, solo le grandi squadre hanno centri d’allenamento così. Darei tutto per la famiglia, mia madre ha un posto speciale nel mio cuore, mi piace il 7 perché era il suo numero preferito e il giorno della sua data di nascita. In questo momento sono a Milano da solo, mi sto adattando alla città ma poi arriverà la mia ragazza. Hai già visto San Siro? Non ancora, spero di vistarlo presto. Hai conosciuto Javier Zanetti? Sì, mi ha impressionato, è una leggenda e mi ha trattato subito bene mettendosi a mia disposizione, è un modello da seguire».
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